Tenta di baciare sulla bocca la dottoressa che gli stava facendo un'iniezione

Giovedì 16 Gennaio 2020 di Francesco Campi
un amTenta di baciare sulla bocca la dottoressa che gli stava facendo un'iniezionebulatorio medico
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LENDINARA - Una puntura. E un gesto inconsulto. Ma non per colpa dell’ago. Il paziente, infatti, improvvisamente, avrebbe tentato di baciare sulla bocca la giovane dottoressa che si stava apprestando a fargli l’iniezione. Teatro di questa vicenda, che risale al 26 novembre scorso, è stato l’ambulatorio della guardia medica di Lendinara.

Protagonista, un 47enne originario del Marocco, El Mostafa Baid Zraa, da tempo regolarmente residente a Lendinara, che è stato indagato per l’ipotesi di reato di violenza sessuale, seppur nell’ipotesi di minore gravità. Perché l’atto sessuale in questione sarebbe stato un tentativo di bacio. Un gesto che, comunque, sarebbe risultato sgradevole e pesantissimo per la dottoressa, che, secondo quanto è emerso, si è trovata in una situazione davvero difficile. Non esitando, poi, a denunciare quanto accaduto. 

Il gesto dell’uomo, infatti, secondo quanto riferito dalla vittima, sarebbe avvenuto con una certa dose di violenza, fisica oltre che psicologica, perché avrebbe afferrato la dottoressa per una spalla e l’avrebbe tirata verso di sé con tutto il corpo, cercando di avvicinare la propria bocca a quello della giovane donna. Un tentativo non riuscito perché la dottoressa, seppure sorpresa dal gesto inaspettato e repentino, divincolandosi, sarebbe riuscita a liberarsi dalla presa dell’uomo e ad abbassare la testa, così che il bacio l’ha raggiunta a una tempia.

Tutto è avvenuto in pochi istanti. Attimi che sarebbero stati comunque di vero e proprio panico per la guardia medica, trovatasi a fronteggiare una situazione non prevista. Dopo la sua denuncia, le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Sabrina Duò, sono andate avanti spedite, tanto che già nel giro di un mese al 47enne è stato notificato l’avviso di conclusione indagini. Si tratta del passaggio che precede la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura, in seguito alla quale viene poi fissata l’udienza preliminare. Tutto è, quindi, ancora in fase preliminare e le cautele sono più che necessarie. L’uomo è difeso dagli avvocati Paolo Guidorzi e Sebastiano Casolino. La versione difensiva è decisamente differente: di fronte alle confidenze della dottoressa che si sarebbe lamentata delle difficoltà del lavoro e di altri problemi, l‘uomo avrebbe avuto un moto d‘affetto e, quando lei si è avvicinata, l‘avrebbe baciata sulla testa. E non vi sarebbe stato, quindi, nessun tentativo di baciarla sulla bocca contro la sua volontà. Di casi sovrapponibili a questo, in Polesine nel recente passato non sembrerebbero essersene verificati, mentre, invece, tristemente più frequenti sono state le aggressioni vere e proprie nei confronti del personale ospedaliero. Nel 2018, in particolare, se ne sono verificati quattro nel giro di pochi mesi.
L’ultimo dei quali, a giugno, all’ospedale di Trecenta, ai danni di una dottoressa. Il parente di una paziente ricoverata, infatti, per un presunto malinteso sulle dimissioni, ha dato in escandescenze e, oltre a mettersi a urlare contro tutto e tutti, prendendosela con medici e infermieri, ha strattonato e spintonato per un braccio la dottoressa. Un caso simile, a marzo, al pronto soccorso dell’ospedale di Rovigo, quando la vittima di un’aggressione, con tanto di minacce di morte, era stata un’infermiera. Al San Luca, invece, era accaduto a gennaio, sempre con un’infermiera, che era stata malmenata da un paziente nordafricano, con un referto che parlava poi di una prognosi di 10 giorni. Un episodio simile, ancora più grave, ad agosto dell’anno prima. 
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