Iras, l'assessore regionale Manuela Lanzarin annuncia: «Entro fine maggio possiamo chiudere l’accordo e partire col risanamento»

Venerdì 28 Aprile 2023 di Francesco Campi
L'Iras casa di riposo di Rovigo

ROVIGO - «Sono fiduciosa, mi auguro che da qui alla fine di maggio si riescano a fare tutti i passaggi per chiudere l’accordo di programma e partire con il piano di risanamento dell’Iras». Dalle parole dell’assessore regionale a Sanità e sociale Manuela Lanzarin traspare tutto l’ottimismo per l’avvicinarsi del tanto atteso epilogo alla lunghissima definizione di un progetto condiviso per il futuro di Iras e Casa Serena. Una vicenda lunga e complessa, che già più volte era apparsa a un passo dalla conclusione salvo poi tornare ad aggrovigliarsi. Da qui la cautela che, comunque, l’assessore Lanzarin mantiene nelle proprie affermazioni: «Speriamo che si chiuda. Cosa posso dire? Già troppe volte sembravamo vicini e poi così non è stato nei fatti. Ora, però, non ci sono più partite aperte e tutti i punti sono stati definiti. Venerdì c’è stato un confronto nel quale ogni osservazione ha trovato risposta. Stiamo lavorando per perfezionare gli ultimi passaggi. Noi la prossima settimana approviamo la legge sulle deroghe al vincolo di destinazione nei confronti dei beni ex Onpi (l’Opera Nazionale per i Pensionati d’Italia, che aveva realizzato Casa Serena e altre Rsa, poi soppresso nel 1978 con i rispettivi beni passati alle Regioni e poi ai Comuni, ndr). Poi prevedo che la settimana successiva possa già andare in giunta regionale per la sua approvazione l’accordo di programma, sul quale si dovrà esprimere anche il consiglio comunale di Rovigo».

QUADRO PIÙ SERENO

Insomma, pur senza eccedere con l’enfasi, l’assessore spiega che il voto e la successiva firma del fantomatico accordo di programma appaiono ormai a un passo. Non si può dimenticare, però, che a un passo sembravano anche il 16 febbraio, al tavolo in prefettura, quando addirittura era stata ventilata la possibilità di arrivare alla firma per l’otto marzo. Così poi non è stato, con nuovi ostacoli e nuovi cavilli. Arrivati a questo punto, però, la strada sembra essere davvero spianata.
«È sempre stato il mio obiettivo - rimarca l’assessore - ho sempre lavorato perché si arrivasse a questo risultato. Ed è davvero arrivato il momento che l’Iras possa continuare il suo percorso su una nuova strada, perché stiamo parlando di una realtà importante per i suoi servizi e anche dal punto di vista occupazionale. Un realtà in salute a parte il “bagaglio” che si porta sulle spalle».

IL CAMMINO

Il bagaglio in questione è la pesante situazione debitoria, accumulatasi negli anni e che ha portato proprio la Regione, già nel 2016, a commissariare l’ente. Il primo fu proprio Tiziana Stella, alla quale, dopo due mandati, è seguito il duplice incarico a Rodolfo Fasiol e poi di Ezio Zanon. Infine, di nuovo Stella che è tornata al timone a ottobre, quando il salvataggio sembrava una missionee impossibile, tanto da ammettere che se non si trovava una soluzione entro la fine dell’anno, si sarebbe vista costretta a gettare la spugna e ad aprire la strada alla messa in liquidazione. Così non è stato e l’Iras, pur sofferente, ha dimostrato di avere più vite di un gatto. Gli ultimi mesi, per la verità, non sono stati certo una passeggiata. L’accordo di programma, che doveva essere la chiave per la salvezza, ha visto il Comune e la Regione, nelle sue articolazioni, ovvero commissario straordinario dell’Iras, Ulss 5 e Ater, confrontarsi da dicembre sui minimi dettagli, anche con momenti di palese tensione. Nel testo faticosamente elaborato, accanto alla risoluzione consensuale della convenzione di Casa Serena, si prevedono «un insieme di azioni condivise, da realizzare nel Comune di Rovigo e nel territorio polesano nel suo complesso, per aumentare l’offerta di servizi e di attività alla collettività mediante la riconversione di Casa Serena». In particolare, a fronte del versamento di 3,127 milioni di euro da parte di Palazzo Nodari quale somma per gli ammortamenti degli investimenti fatti da Iras sull’edificio di via Bramante, si prevede la cessione dell’intera ala est ad Ater, per realizzare minialloggi da destinare ad edilizia popolare o anche a studentato, mentre il resto della struttura, che il Comune dovrà ristrutturare con un investimento di almeno una dozzina di milioni, verrà in larga parte affittato all’Ulss Polesana per i centri diurni, per attività sanitarie, per le attività didattiche dei corsi di laurea nelle professioni sanitarie e ad uso foresteria, in parte anche per realizzare appartamenti per persone parzialmente non autosufficienti, secondo il progetto finanziati con 2,4 milioni dal Pnrr».

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