​Casa Serena, otto inquilini senza un alloggio

Ci sono ancora otto ospiti degli appartamenti da aiutare. Serve un decreto del prefetto per assegnare alloggi pubblici

Martedì 28 Marzo 2023 di Elisa Barion
L'iras di Rovigo

ROVIGO - La strada verso l’accordo tra Regione e Comune per salvare l’Iras e dare un futuro a Casa Serena è di nuovo in salita, sempre che questo accordo si voglia davvero raggiungere. Ma la trattativa, per quanto ulteriormente complicata negli ultimi giorni, è ancora aperta e il Comune attende da Venezia una risposta sull’ultima bozza di accordo inviata. Intanto, venerdì Casa Serena dovrà essere vuota. Il trasloco degli ospiti, autosufficienti e non, è stato completato ma restano ancora otto inquilini residenti nella casa albergo. Per la loro futura sistemazione, la soluzione potrebbe arrivare direttamente dal prefetto di Rovigo Clemente Di Nuzzo che ha seguito in prima persona tutte le fasi della delicata trattativa che sembra ormai come il paradosso di Achille e la tartaruga. 


EMERGENZA ABITATIVA 
Il tema dell’emergenza abitativa, però, è stato tolto dal campo dal Prefetto che si è impegnato a trovare soluzioni. In particolare, la sistemazione per gli ultimi otto inquilini potrebbe arrivare grazie a un’ordinanza prefettizia che potrebbe mettere l’Ater nelle condizioni di accasarli in alloggi di propria competenza superando così un problema di deroga alle graduatorie, ostacolo difficile da superare in tempi brevi. Con l’intervento del prefetto, invece, anche questo impedimento verrebbe rimosso con l’obiettivo di spianare la strada alla firma dell’accordo di programma fra la stessa Ater e l’Ulss 5, oltre a Comune, Regione e Iras.
Ma c’è sempre un altro ma.

I nodi ancora da sciogliere sono rappresentati dalle nuove condizioni che Palazzo Nodari ha inserito nella recente proposta, non ultima l’eventualità di demolire Casa Serena, anche solo parzialmente, se fosse più conveniente dal punto di vista economico, di ristrutturarla. Anche perché proprio la ristrutturazione della parte di immobile che resterebbe nelle mani del Comune costerebbe la bellezza di circa 17 milioni, secondo le stime. Non proprio noccioline, insomma. Però non è cosa da poco anche, dopo ormai quasi un anno di trattative, uscirsene con un: «E se si radesse al suolo Casa Serena?» 


NODO DA SCIOGLIERE 
Un altro nodo è il piano economico-finanziario di ristrutturazione del debito di Iras. Sì, perché una condizione inserita dal Comune - cui ha vincolato l’erogazione dei 3.127.000 euro da versare a Iras in via transattiva per lo scioglimento consensuale della convenzione che affidava la gestione di Casa Serena alla stessa Iras in cambio delle spese di manutenzione -, è quella che «sia stato approvato con decreto commissariale apposito piano risolutivo di risanamento, asseverato, previo documentato assenso da parte dei soggetti terzi coinvolti nel piano stesso, che dimostri il conseguimento di una effettiva e prolungata redditività della gestione, in grado di consentirne nel medio-lungo periodo il rientro della esposizione debitoria residua; piano di cui è stata garantita, dagli esperti firmatari, la redazione con criteri estremamente prudenziali e quanto più realistici possibili, mediante l’evidenziazione e l’argomentazione dei presupposti considerati per il raggiungimento dei risultati attesi indicati». 
Tradotto: il Comune non solo non sborserà i 3.127.000 euro, ma non firmerà nemmeno l’accordo, presupposto del prestito ponte della Regione a Iras, finquando Iras presenterà un piano di risanamento approvato da istituti di credito terzi. Ma non è passaggio da una manciata di giorni. Eppure il commissario straordinario di Iras aveva fatto presente che il tempo per Iras è già abbondantemente scaduto e ogni giorno la situazione è più difficile. C’è, poi, la questione del debito di Iras nei confronti del personale dipendente. Su questo, il commissario Stella, in un recente incontro con i sindacati, ha avanzato la proposta dello stralcio al 60%. Forse anche in vista di un “piano B”?

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