Rovigo. Casa Serena, via all'ultima fase del trasloco: se ne vanno gli ultimi 32 ospiti

Per ora l'unica certezza, infatti, è che la struttura di via Bramante sarà completamente svuotata entro marzo

Martedì 7 Febbraio 2023 di Francesco Campi, Elisa Barion
Rovigo, trasferimento degli ospiti da Casa Serena

ROVIGO - Ieri è iniziata l'ultima fase dello svuotamento di Casa Serena. I non autosufficienti, in realtà, già da tempo sono stati spostati a San Bortolo, ora è la volta dei 32 autosufficienti, diretti in particolare alla Casa del sorriso di Badia e alla Casa albergo per anziani di Lendinara. Per ora l'unica certezza, infatti, è che la struttura di via Bramante sarà completamente svuotata entro marzo. Se tornerà a riempirsi o meno, ancora non è chiaro. La trattativa fra Palazzo Balbi e Palazzo Nodari sulla bozza di accordo di programma per la rescissione consensuale della convenzione di comodato gratuito, salvo le opere di manutenzione, fra Iras e Comune, è arenata.

I rapporti tra Comune e Regione

Il sindaco Edoardo Gaffeo ammette che i rapporti con l'assessore regionale Manuela Lanzarin sono congelati. «Ho comunicato al commissario Stella la trasmissione della proposta di accordo nel momento in cui l'abbiamo inviata, il 31 gennaio. Così come, per vie brevi, l'ho inviata alla segreteria regionale e al prefetto che è costantemente aggiornato sull'evolversi della situazione». La nuova proposta è al vaglio della Regione. Per il sindaco è la migliore possibile: «Più di così, non potevamo fare. Abbiamo fatto assolutamente tutto il possibile. Abbiamo inserito la cifra, già accantonata, che possiamo erogare nel giro di una quindicina di giorni: 3.127.000 euro. Se il problema sono le richieste che abbiamo inserito nella proposta, ricordo che qualsiasi garanzia precedentemente avanzata era stata tolta. Ma stiamo parlando di oltre tre milioni pubblici, che come Comune potrei spendere in mille altri modi. Invece li abbiamo messi sul piatto per l'Iras. E non mi sembra di aver chiesto in cambio chissà cosa, ma documenti comprovanti le manutenzioni eseguite su Casa Serena tra il 2007 e il 2011.

Certificati di collaudo che l'Iras dovrebbe avere nel caso, banalmente, arrivasse un controllo dei vigili del fuoco. E se non li ha, non ci vuole molto a ricostruirli con un tecnico. Abbiamo chiesto anche il piano economico-finanziario di salvataggio dell'Iras, una richiesta legittima visto che dovrei erogare oltre tre milioni proprio perché il piano vada a buon fine. Mi è stato anche detto di procedere alla stesura della delibera senza il parere tecnico dei dirigenti, ma francamente la trovo una proposta non ricevibile».

L'appello

Decisivo potrà essere il confronto che si dovrebbe tenere in prefettura, visto che il prefetto Clemente Di Nuzzo è stato sollecitato dai sindacati a riunire nuovamente davanti a sé tutte le parti. Intanto, il coordinatore provinciale della Uil Gino Gregnanin e il segretario generale della Uil Fpl Cristiano Maria Pavarin spronano la politica: «Facciamo appello al Comune, alla Regione, al prefetto, ma soprattutto alla politica locale in generale. Perché questo, a nostro avviso, sta mancando: una forte spinta a rendere una situazione di difficoltà una grande occasione per progettare un futuro per Rovigo e i suoi servizi. Scongiurando al contempo, insieme alla messa in liquidazione dell'Iras, che aprirebbe le porte a una privatizzazione, anche di veder deperire un immobile come quello di Casa Serena, trasformandolo in un monumento decadente alle occasioni mancate per assenza di volontà politica. Dopo anni, Rovigo si trova a un bivio: o vedere finalmente forti investimenti sui propri servizi sociosanitari o perderne di storici. Salvare l'Iras, la più antica e importante casa di riposo pubblica del Polesine, i suoi servizi e i suoi lavoratori, in difesa dei quali è forte l'impegno del sindacato, è e resta l'obiettivo primario. Ma non c'è solo questo sul tavolo, perché Casa Serena, dopo lo spostamento degli ospiti di Iras, diventa il simbolo della volontà di investire su Rovigo anche da parte della Regione. L'accordo di programma al quale, con difficoltà, Comune e Regione stanno lavorando è, per la città, importantissimo. Un'occasione storica: tanti sono gli investimenti attualmente possibili, grazie ai fondi del Pnrr, quelli che ha a disposizione l'Ater in questo momento, compresi quelli per l'adeguamento antisismico, oltre a quelli che l'Ulss può mettere in campo. Non perdiamoli». 

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