ROVIGO - Dopo il clima di pessimismo che aleggiava nei giorni scorsi sul futuro di Iras e di Casa Serena, proprio dall'attesa controproposta di accordo di programma arrivata dalla Regione arrivano segnali che sembrano lasciare spazio all'ottimismo.
CARTE SVELATE
Ieri la bozza di accordo di programma rivista dalla Regione è uscita dalle segrete stanze del sindaco Edoardo Gaffeo e del segretario generale Alessandro Ballarin, ed è stata trasmessa a tutti i consiglieri comunali. Anche perché sarà proprio il consiglio comunale, alla fine, a dover dire l'ultima parola. Per quanto riguarda i 3,2 milioni, la Regione, senza giri di parole, all'articolo 7 scrive: «Considerato l'interesse dell'amministrazione comunale alla valorizzazione dell'immobile e all'attivazione, presso il medesimo, di nuove attività, nonché considerate le spese sostenute da Iras, come sopra specificate e quantificate, il Comune di Rovigo, si impegna a pagare in via meramente transattiva - alle condizioni e nei termini di cui si dirà infra l'importo complessivo di euro 3.200.000», cifra che per il Comune era un «importo massimo» da riconoscere all'Iras, ma la cifra esatta, però, sarebbe stata una «somma onnicomprensiva, specificamente individuata a seguito di apposita istruttoria da parte del competente ufficio comunale». Altra modifica sostanziale è lo stralcio dell'impegno che il Comune aveva chiesto alla Regione per la variazione del vincolo di destinazione a uso sociale di Casa Serena, deciso dalla Regione quando negli anni 80 la cedette al Comune. Il sindaco Edoardo Gaffeo nella seduta congiunta delle commissioni consiliari prima e seconda del 9 gennaio aveva rimarcato che «il tema del vincolo di destinazione è posto non solo a tutela del Comune, ma anche degli altri soggetti, per rendere possibile la compravendita con Ater, possibile solo se le carte dal notaio sono in ordine». In realtà lo stralcio sembra essere solo per una questione burocratica, perché renderlo una condizione essenziale dell'accordo rischierebbe di allungare troppo i tempi.
ATER E ULSS IN CAMPO
L'acquisto da parte dell'Ater resta nell'accordo, anche se come già del resto chiarito la somma indicata dal Comune di 2,8 milioni, scritta proprio mentre era ancora da eseguire una perizia, è stata stralciata. Per la Regione la questione cambia così: «Ater Rovigo si impegna con il presente atto, ad acquistare, dal Comune di Rovigo, l'ala est dell'immobile, dal piano terra (comprensivo di piano interrato) al piano sesto, per adibire la predetta porzione al perseguimento dei propri scopi statutari e delle proprie funzioni istituzionali», «L'esatta individuazione della porzione di immobile, comprensiva delle parti comuni sarà rimessa al progetto divisionale che sarà eseguito congiuntamente; resta fin d'ora inteso che saranno adeguatamente disciplinate uso e spese per le parti che residueranno comuni», «il valore dell'intera ala sarà rimesso alle determinazioni di un terzo indicato di comune intesa e comunque stabilito in sede di accordo preliminare, a seguito di apposita perizia di stima».
Analogamente, sulle cifre dei canoni di locazione degli spazi di Casa Serena che dovrebbero essere utilizzati dall'Ulss 5, indicate in somme definite dal Comune, la Regione ha cambiato con una formula più prudente: «I locali verranno appositamente ristrutturati in modo da essere dati in disponibilità a Ulss 5 Polesana mediante un contratto di locazione per una durata non inferiore a anni 10 ed ad un canone di mercato per edifici con caratteristiche equivalenti e che sarà oggetto di puntuale determinazione alla stipula del contratto di locazione». Formule che non fanno certo perdere valore all'accordo, che anzi appare in grado di garantire un futuro all'Iras e a Casa Serena. Un accordo che sarebbe una vittoria per tutti. Una vittoria che sembra a un passo.