Adesso spunta il muro anti-profughi
attorno al complesso a Cavanella Po

Mercoledì 9 Novembre 2016 di Guido Fraccon
Adesso spunta il muro anti-profughi attorno al complesso a Cavanella Po
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Il “muro di Berlino” è stato fatto crollare il 9 novembre 1989 e proprio ieri si è saputo che invece ne sorgerà uno a Borgo Fiorito, il residence che da qualche settimana ospita un centinaio di giovani profughi.
Siamo a Cavanella Po, isolata località in riva al fiume da anni nota per la presenza dell’Autodromo di Adria e ora anche per quel residence finito sotto i riflettori, nonostante si trovi praticamente in mezzo campagna, in una frazione quasi disabitata da quando ha chiuso lo zuccherificio.
Il residence Borgo Fiorito potrebbe entro fine anno, burocrazia permettendo, trasformarsi in una specie di campo di accoglienza isolato da tutto il resto del paese. L’idea di fondo è quella di costruire una barriera per separarlo dal resto del paese e, soprattutto, evitare contatti tra le diverse etnie presenti nella frazione della sinistra Po, in particolare pescatori dell’Est Europa.
La società Sviluppo Immobiliare Tre srl di Treviso il 31 ottobre ha presentato domanda al Comune per realizzare alcuni tratti di recinzione intorno al Borgo. Le barriere dovrebbero essere collocate in via Foscolo, via Dogana e via Pisacane. La conclusione del procedimento però è vincolata all’acquisizione del parere della Soprintendenza archeologica di Verona. Per questo è stata indetta una conferenza di servizi. In pratica, la Soprintendenza dovrebbe, fornire entro 30 giorni, a far data dall’8 novembre, il proprio parere in materia.
Nel frattempo non è ancora ben chiara la proprietà degli immobili di Borgo Fiorito. L’imprenditore trevigiano Antonio Paglianti, proprietario dell’ex zuccherificio di Cavanella, accusato dal Comune di non aver pagato le imposte comunali, se ne chiama fuori. «Io sono responsabile solo della Siderpo - spiega - Non mi accollo debiti di altri, anche se mi adoperavo per loro. Fino al 2007 la Siderpo ha sempre pagato le imposte comunali di sua competenza, anche se non dovute. Alcuni lotti erano inagibili e non sono mai stati abitati sin dal momento dell’acquisto che risale al 1973. Mi riferisco a casa Scapoli, alla villa liberty e a casa Mandracchio. Un solo lotto è stato usato fino alla metà degli anni 80. Poi il tetto si è lesionato e la struttura è diventata inagibile. In questi anni pertanto ho pagato imposte comunali e fior di quattrini per edifici che avrebbero dovuto essere esenti in quanto inagibili totalmente. Se il progetto di accoglienza fosse decollato cinque anni fa, avrei già potuto realizzare quella che era la mia ambizione, ossia realizzare almeno metà della parte pubblica del villaggio turistico».
Resta il fatto che ora recinzione o muro che sia il Borgo Fiorito cambierà volto e questa decisione non mancherà di alimentare altre polemiche in una località sperduta.
Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 07:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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