Dolomiti di Brenta. Primo in cordata, cade e precipita per 20 metri: muore la guida alpina Ermanno Salvaterra

Venerdì 18 Agosto 2023 di Redazione web
Foto d'archivio

Un alpinista trentino ha perso la vita precipitando per una ventina di metri sulle sulle Dolomiti di Brenta. L'uomo si chiama Ermanno Salvaterra, classe 1955 di Pinzolo (Trento) ed era una guida alpina.

Procedeva come primo di cordata e si trovava ad una quota di 2.700 metri, nella parte finale della via Hartmann/Krauss, sulla cresta ovest del Campanile Alto. Probabilmente è precipitato per il cedimento di un appiglio.

La chiamata al Numero unico per le emergenze del Trentino è arrivata alle 14.15. Sul posto sono stati trasferiti in elicottero i tecnici del Soccorso alpino. La salma è stata recuperata e portata a Madonna di Campiglio. I soccorritori hanno trasferito a valle anche il compagno di cordata dell'uomo, illeso.

Salvaterra era molto conosciuto a livello internazionale per le sue imprese alpinistiche in Patagonia, in particolare sul Cerro Torre, e per la sua conoscenza proprio delle vette delle Dolomiti di Brenta.

CHI ERA ERMANNO SALVATERRA

L'alpinista era conosciuto anche come «l'uomo del Torre» per le sue numerose spedizioni sul gruppo del Cerro Torre, tra Argentina e Cile. Salvaterra ha sempre vissuto a stretto contatto con le vette alpine. I genitori gestivano il rifugio «XII Apostoli», di cui lui stesso divenne gestore ufficiale fino al 2007.

All'età di 11 anni la prima scalata sulle Torri d'Agola, mentre nel 1979 diventò guida alpina. Nello stesso anno, iniziò una serie di ascensioni in solitaria, riuscendo anche a portare a termine l'arrampicata, in dodici ore consecutive, sul Crozzon di Brenta, Pilastro della Tosa, Campanile Basso, Brenta Alta e Campanile Alto.

Nel 1988, divenne campione italiano di chilometro lanciato sugli sci, con i 211,640 chilometri all'ora (record detenuto per cinque anni), mentre dal 1982 iniziò una serie di spedizioni in solitaria in Patagonia, aprendo nuove vie sul Fitz Roy, il Cerro Torre e sulle Torri del Paine. Proprio sul Cerro Torre completò la via Maestri per la prima volta in inverno, nel 1985, e aprì una variante diretta nel 1999. Nel 1993, invece, attraversò il campo di ghiaccio Patagonico Sud.

Scrittore, cineasta ed esploratore, Salvaterra era spesso ospite del Trento Film Festival, dove presentava le proprie opere e raccontava delle spedizioni sulle vette della Patagonia. Il suo «Il grande sogno» è tra i libri del 59/o Premio selezione Bancarella sport 2022. «Eravamo sempre in contatto. Lui ha aperto definitivamente tutte le pagine vuote della storia del Cerro Torre. Sono molto triste: è una morte che mi tocca molto. Sono anche preoccupato perché ultimamente abbiamo perso dieci dei più grandi alpinisti viventi», ha detto l'esponente alpinista Reinhold Messner. Cordoglio per la morte di Salvaterra è stato espresso anche dal mondo dell'alpinismo locale. «Ci lascia una grande persona», ha scritto la Società degli alpinisti tridentini.

Ultimo aggiornamento: 21:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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