Sono veneziani, non cimbri. Per questo gli acquirenti di un terreno in Cansiglio con annesso rudere, che avevano trasformato in «ammirevole chalet montano», si sono visti prima annullare dal Tribunale di Venezia l'atto di compravendita e poi rigettare sia dal Tar del Veneto che dal Consiglio di Stato il ricorso contro la Regione. Quest'ultima è tornata così in possesso del bene: la foresta appartiene al demanio e, secondo la legge, il diritto di superficie per le case dei tipici villaggi può essere rivendicato solo dagli appartenenti alla comunità locale.
La vendita della casa in Cansiglio
Una vicenda trentennale di carte bollate. Tutto comincia nel dicembre del 1994, quando i due veneziani acquistano da una famiglia bellunese una casèra a Farra d'Alpago, nell'area in cui è insediata la comunità cimbra.
Compravendita annullata
A quel punto inizia il lungo contenzioso amministrativo. I compratori presentano ricorso al Tar del Veneto, che nel 2021 (cioè dopo diciotto anni) rigetta le loro pretese: «Non hanno costruito la casèra, non sono successori di coloro che l'hanno realizzata, non appartengono alla minoranza linguistica cimbra e, all'epoca della proposizione della domanda, non risiedevano neppure nell'immobile (che pure avevano medio tempore ristrutturato), risultando residenti nel Comune di Venezia». Arriviamo ai giorni nostri, con la bocciatura dell'appello al Consiglio di Stato, secondo cui il Tribunale civile ha accertato in via definitiva «la proprietà dell'ente non solo del terreno sul quale insiste il fabbricato, ricompreso nel proprio patrimonio indisponibile, ma anche del fabbricato stesso», per cui la casèra «sin dal momento della sua incorporazione al suolo è stata acquisita al patrimonio indisponibile dello Stato». I giudici amministrativi di secondo grado sottolineano che «il legislatore regionale ha inteso tutelare la posizione non già indiscriminatamente degli occupanti sine titulo dei beni», bensì di coloro che hanno costruito gli immobili fino al 1992, dei loro successori, di quanti li occupano o risiedono nei villaggi cimbri, «evidentemente considerando la connotazione tradizionale, culturale e sociale degli specifici territori», con i quali i due veneziani «non hanno dimostrato neanche in giudizio di avere alcuna correlazione».
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