Impedisce alla moglie di vivere all'occidentale: niente permesso di soggiorno

Giovedì 3 Giugno 2021 di Angela Pederiva
Impedisce alla moglie di vivere all'occidentale: niente permesso di soggiorno
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VENEZIA Niente permesso di soggiorno, nemmeno temporaneo, all'immigrato extracomunitario che maltratta la moglie italiana, anche impedendole di vivere all'occidentale. L'ha deciso il Tar del Veneto, respingendo il ricorso dell'uomo, che intendeva fruire della regolarizzazione prevista dal decreto Rilancio.

Per i giudici, infatti, i provvedimenti che la Questura ha dovuto adottare a tutela della donna «dimostrano un evidente sprezzo da parte del cittadino straniero di condividere il sistema giuridico-sociale su cui si fonda il nostro Paese».


LA NORMATIVA
Varata per sostenere l'economia fiaccata dal Covid, la normativa prevede anche la possibilità di accordare un permesso di sei mesi ai migranti irregolari che hanno perso il lavoro e vogliono cercarne un altro. Non sono però ammessi alle procedure di emersione i soggetti destinati all'espulsione, segnalati come indesiderati in base ad accordi internazionali, condannati per gravi reati o «che comunque siano considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato». Quest'ultima è la circostanza fatta valere per il caso in questione, quando nel gennaio scorso la richiesta di sanatoria è stata rigettata. Un rifiuto incomprensibile agli occhi dell'immigrato, il quale ha lamentato «l'insufficienza e la mancanza di decisività degli elementi addotti» dall'amministrazione pubblica, «poiché, alla luce del quadro processuale/giudiziario esistente all'epoca del provvedimento, non sussistevano fatti di rilievo ostativo, né circostanze denotanti un carattere di pericolosità sociale» a suo carico.


I REATI
Ma quali sono i reati che gli vengono contestati? Innanzi tutto l'uomo è stato segnalato all'autorità giudiziaria per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata dall'uso di sostanze, tanto che a gennaio del 2019 ha ricevuto l'ammonimento del questore. Ma i suoi guai sono cominciati ancora nel 2018. A marzo il cittadino extracomunitario è stato trovato in possesso di droga e ancora prima, a gennaio, è stato destinatario di un'ordinanza cautelare consistita nel divieto di dimora e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie, sposata con rito religioso, che «abitualmente maltrattava», ad esempio «vietandole di vedere amici, di utilizzare il telefono cellulare e di uscire di casa se non accompagnata», nonché «cercando di convertirla» alla religione islamica «con discussioni» che sfociavano in violenza, «con l'affermazione della propria supremazia parentale» e con molestie telefoniche. Secondo l'accusa, inoltre, l'uomo avrebbe costretto la donna ad avere rapporti sessuali «se non acconsentiva», così come a fare uso di sostanze stupefacenti «sempre allo scopo» di ottenerli.


LA MINACCIA
Secondo la Questura ce n'era abbastanza per respingere l'istanza di permesso, «in quanto l'interessato si è reso inottemperante alle disposizioni imposte dalla competente autorità giudiziaria», reiterando «le violenze» e «i comportamenti molesti e persecutori» nei confronti della moglie. Di qui il convincimento che il suo comportamento nei riguardi della donna «fosse sintomatico di una evidente pericolosità sociale che non può essere compensato con il periodo trascorso in Italia e la dimostrazione di regolarità lavorativa, dimostrando l'incapacità dell'interessato ad adattarsi alle normali regole di civile convivenza in ambito sociale». Anche il Tribunale amministrativo regionale ha reputato corretta la valutazione secondo cui tutti questi atteggiamenti e illeciti escludono il ricorso al decreto Rilancio, in quanto il soggetto è «qualificabile quale effettiva minaccia per l'ordine pubblico».
 

Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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