Concorso per psicologi, stop di Azienda Zero dopo i ricorsi. Si apre lo scontro all'interno dell'Ordine

Dopo un anno e mezzo di carte bollate sono ancora ferme le assunzioni di 47 professionisti

Sabato 10 Giugno 2023 di Angela Pederiva
Scontro nell'Ordine per il concorso

VENEZIA - Diventa un caso istituzionale lo scontro giudiziario sul concorso per psicologi. Dopo un anno e mezzo di carte bollate, quella che doveva essere la procedura di assunzione di 47 professionisti, assomiglia sempre più alla selezione dei veleni per la categoria. Oltre al contenzioso avviato da un gruppo di partecipanti nei confronti di Azienda Zero, ora scoppia anche la polemica interna all'Ordine del Veneto.

La prova

La telenovela è diventata talmente intricata da meritare un breve riassunto delle puntate precedenti. Dopo il bando pubblicato il 10 dicembre 2021, vengono ammesse 2.140 domande, anche se allo scritto il 1° giugno 2022 si presentano in 1.427. Comunque troppi per la commissione esaminatrice, che per accorciare i tempi della valutazione, decide di sostituire il previsto compito, vale a dire l'impostazione di un piano di lavoro su un caso psico-patologico, con un quiz a risposta multipla, cioè 30 domande in 30 minuti. I candidati restano spiazzati, tanto che a superare il test sono solo in 119 e 79 dei bocciati impugnano gli atti, vincendo sia in primo che in secondo grado. Il 21 settembre il Tar stabilisce infatti che quell'eventualità avrebbe dovuto essere «riportata ed esplicata» con maggiore chiarezza e il 19 gennaio 2023 il Consiglio di Stato ribadisce questo rilievo, «con conseguente necessità di rinnovazione della procedura secondo le modalità previste dal bando». Di conseguenza il 10 maggio il direttore generale Roberto Toniolo firma la delibera che dovrebbe dare esecuzione alle sentenze, fissando per il 15 giugno alla Fiera di Padova la ripetizione della prova, a cui vengono però convocati soltanto i partecipanti di un anno fa «che non abbiano superato la prima prova scritta». Così 42 concorrenti respinti presentano un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo regionale, per chiedere che anche quanti erano già risultati idonei debbano rifare la prova, in quanto ormai «ritenuta radicalmente illegittima» dal medesimo Tar.

L'impugnazione viene notificata ad Azienda Zero il 1° giugno e in quella stessa data il dg Toniolo sospende tutto in attesa del nuovo verdetto.

Il carteggio

Tutto questo era noto. Quello che non si sapeva è quanto è accaduto il 31 maggio. Quel giorno Fortunata Pizzoferro, vicepresidente dell'Ordine degli psicologi del Veneto, su carta intestata dell'organismo scrive ad Azienda Zero che «la prova scritta dovrebbe essere ripetuta per tutti i candidati convocati per la stessa a suo tempo». Nella lettera inviata solo l'indomani agli altri consiglieri, la vice precisa di agire «in piena e leale collaborazione istituzionale, nell'interesse proprio dell'Ordine di veder tutelata la qualificazione professionale degli iscritti e nell'interesse comune di portare a compimento le procedure concorsuali e ridurre il rischio di eventuali, già informalmente paventati, contenziosi». Ma il 7 giugno Giampietro Nardo, coordinatore della commissione Sanità e delegato a rappresentare l'Ordine nelle relazioni con la Regione in tutte le sue articolazioni, chiede al presidente Luca Pezzullo e alla stessa Pizzoferro «di relazionare dettagliatamente ad un Consiglio straordinario convocato con urgenza». La lettera firmata anche da Davide Albiero, referente della Deontologia, rileva «l'estrema gravità del comportamento» della vicepresidente, contestandole di aver preso «ufficialmente e nettamente posizione negli interessi contrastanti tra alcuni iscritti rispetto altri colleghi sempre iscritti al nostro Ordine Regionale, all'interno di un contenzioso giudiziario fra loro, venendo quindi meno all'obbligatoria imparzialità e terzietà». C'è da scommettere che non finirà qui. 

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