Concorso-beffa: dopo due anni tutto da rifare. Anche per i promossi

Giovedì 28 Settembre 2023 di Angela Pederiva
foto di repertorio, Fiera di Padova

VENEZIA - Tutto da rifare, ma questa volta daccapo. Ieri è finita così l’ennesima puntata della telenovela giudiziaria sul concorso, bandito da Azienda Zero quasi due anni fa, per l’assunzione di 47 psicologi da destinare alle 9 Ulss del Veneto e all’Azienda ospedaliera di Padova. È stata infatti pubblicata la sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso di 43 bocciati contro l’ente regionale e nei confronti di un centinaio di promossi: la contestata prova scritta dovrà essere ripetuta per tutti i candidati, compresi quelli che l’avevano già superata al punto da aver poi passato anche l’esame pratico e pure l’orale.


IL BANDO
Tecnicamente i ricorrenti chiedevano l’ottemperanza dei verdetti pronunciati il 21 luglio 2022 dallo stesso Tribunale amministrativo regionale e il 31 marzo 2023 dal Consiglio di Stato.

Ma la vicenda è così intricata da meritare un riassunto dei fatti. Il 10 dicembre 2021 era stato emanato il bando, il quale prevedeva come prova scritta l’impostazione di un piano di lavoro «su di un caso psico-patologico presentato dalla Commissione sotto forma di storia psico-clinica scritta o di colloquio registrato e proposte per gli interventi ritenuti necessari o soluzione di quesiti a risposta sintetica inerenti alla disciplina a concorso». Visto l’alto numero di partecipanti all’esame del 1° giugno 2022 (2.140 ammessi e 1.427 effettivi), la commissione giudicatrice avrebbe potuto avvalersi della facoltà di effettuare le preselezioni, invece aveva preferito sostituire la stesura dell’elaborato con la compilazione di un test a risposta multipla (30 domande in 30 minuti), così da «ottenere una semplificazione delle modalità di correzione». Alla fine erano stati promossi in 119, ma considerato il contenzioso la graduatoria non è mai stata approvata, tanto che gli ospedali e i distretti sociosanitari stanno ancora aspettando l’arrivo degli psicologi. Nel frattempo 79 dei bocciati avevano impugnato gli atti, lamentando «di aver subìto un pregiudizio dal mancato svolgimento della prima prova scritta secondo le modalità previste dal bando, in ragione della diversità di preparazione, studio ed apprendimento richieste».


L’ESECUZIONE
I giudici amministrativi, sia di primo che di secondo grado, avevano accolto la tesi degli esclusi. Il 10 maggio 2023 Azienda Zero aveva ritenuto di dare esecuzione alle sentenze fissando per il 15 giugno la ripetizione dell’esame scritto, ma solo per i concorrenti scartati un anno prima, mentre i vincitori di allora avrebbero potuto conservare il risultato positivo già conseguito. A quel punto 43 dei bocciati avevano presentato il nuovo ricorso e il direttore generale Roberto Toniolo aveva sospeso la prova in autotutela. Ebbene ora il Tar ha stabilito che «costituisce un’elusione del giudicato», nell’ambito di una selezione pubblica, «il tener fermi per una categoria di candidati i risultati della prova svolta mediante il test con domande a risposta multipla, idonea ad accertare prevalentemente una conoscenza di tipo nozionistico, sottoponendo invece un’altra categoria di candidati del medesimo concorso ad una prova scritta volta ad accertare le capacità critiche, elaborative ed argomentative». Dunque ora l’ente regionale dovrà azzerare tutto, fissando di nuovo l’esame e aprendolo a tutti i 2.140 iscritti, valutando perciò la possibilità di «fare precedere le prove da un procedimento di preselezione». Azienda Zero dovrà provvedere in tal senso nel giro di 60 giorni, altrimenti interverrà un dirigente della Regione come commissario ad acta entro i successivi due mesi. Inoltre dovranno essere rifusi 3.500 euro per le spese di lite ai promotori dell’ennesima azione giudiziaria. 
 

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