PORDENONE - È come una partita di calcio. Chi sta sugli spalti commenta, osserva e filma. Chi sta in campo, al centro, gioca e sfila per battere l’avversario del pregiudizio e della discriminazione e affermare i propri diritti.
LIBERI PER UN GIORNO
Lo slogan è “Resistenza in Corso”, ma quella che oggi è andata in scena a Pordenone è stata soprattutto una marcia per riprendersi le libertà soffocate nella quotidianità. «Molti purtroppo si devono ancora nascondere. C’è paura a tenersi per mano, baciarsi e non poter vivere liberamente le proprie emozioni, è davvero un peccato». Ecco allora che esserci al Pride diventa poter godere per un giorno del diritto alla normalità per il quale si è disposti a lottare contro tutto e tutti.
L’UTERO IN AFFITTO
E se su questi temi la chiarezza delle rivendicazioni e dei diritti è totale, così non è per un altro argomento che aleggia sulla manifestazione. L’argomento è delicato, finanche nella sua corretta definizione. «L’utero in affitto? Non si chiama così - corregge un manifestante - ma gestazione per altri. Chiamiamo le cose con il loro nome». Da qualunque parte lo si voglia guardare, sull’argomento la gente non ha ancora le idee chiare e i più preferiscono non esprimersi. «È molto difficile dare una risposta a caldo su un tema che ha molti risvolti etici». Ha le idee più chiare un’altra donna. «Bisogna dare a tutti le stesse opportunità. Se una persona sente l’esigenza di diventare genitore, credo che dare amore non sia mai sbagliato».
ESIBIZIONISMO
Per la comunità Lgbtqia+ manifestare i propri diritti è anche una festa. Così la parata che si snoda tra le vie del centro cittadino è anche una sfilata tra bolle di sapone, musica e stravaganze varie. Per loro è un’occasione di libertà, per alcuni solo esibizionismo. Così ai lati della strada, mentre si attende il passaggio del corteo, si guarda con occhi curiosi, e si commenta, «Ci metteremo anche noi eterosessuali a fare così», oppure «per fortuna pochi della mia età, si vede che in cuor nostro è rimasto un po’ di pudore». Ma non sono tutti negativi i commenti. C’è chi punta su un «concetto semplice: dove c’è amore non c’è altro da aggiungere». Non mancano le stilettate. «Il Comune di Pordenone ha negato il patrocinio al Pride? Un motivo in più per esserci».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout