PORDENONE - È come una partita di calcio.
Chi sta sugli spalti commenta, osserva e filma. Chi sta in campo, al centro, gioca e sfila per battere l'avversario del pregiudizio e della discriminazione e affermare i propri diritti. Lo slogan è "Resistenza in Corso", ma quella che oggi è andata in scena a Pordenone è stata soprattutto una marcia per riprendersi le libertà soffocate nella quotidianità. «Molti purtroppo si devono ancora nascondere. C’è paura a tenersi per mano, baciarsi e non poter vivere liberamente le proprie emozioni, è davvero un peccato». Ecco allora che esserci al Pride diventa poter godere per un giorno del diritto alla normalità per il quale si è disposti a lottare contro tutto e tutti. E allora sì agli strass, all'arcobaleno, sì a chi osa di più.
(Servizio di Giulia Soligon)
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