Concordato Cimolai, si va verso il salvataggio dell'azienda. Ciriani: «Non è finita, ma adesso si respira»

La società è in attesa dell'approvazione del concordato preventivo da parte delle 12 categorie di creditori per evitare il fallimento

Venerdì 11 Agosto 2023 di Loris Del Frate
Concordato Cimolai, si va verso il salvataggio dell'azienda. Ciriani: «Non è finita, ma adesso si respira»

PORDENONE - Non è ancora il caso di cantare vittoria, ma un grande, anzi gigantesco passo avanti è stato fatto. Possiamo dire che la situazione, da qui al 12 settembre, potrà essere affrontata con maggiore tranquillità. Già, perchè ieri a tarda sera, 11 delle dodici categorie in cui era stato diviso il voto per accogliere il concordato della Cimolai di Pordenone avevano risposto positivamente. A maggioranza, ma positivamente. All'appello ne mancava ancora una che non aveva votato, almeno sino alle 20 di ieri sera. Si trattava di tre agenzie fiscali straniere, Lussemburgo, Svizzera e Francia. Erano anche loro coinvolte nella questione debitoria perchè la Cimolai aveva operato anche in quei tre stati esteri.

Di fatto sarebbe bastato il voto della Francia perchè solo il suo "sì" sarebbe stato sufficiente ad dare parere positivo all'intera categoria. Resta il fatto che anche con 11 categorie su 12 il percorso ora è in discesa. Sarebbe comunque importante se ci fosse l'en plein, perchè questo darebbe una immagine ancora più forte della volontà di andare avanti.

IL PROSSIMO PASSO

A questo punto manca l'udienza del tribunale che dovrà certificare l'omologa al concordato. L'udienza è stata fissata per il 12 settembre. Entro quella data il giudice dovrà verificare nuovamente l'intero percorso, accertare che i voti e le divisioni all'interno delle classi siano stati corretti e a qual punto approvare il concordato. In quel momento scatterà la seconda fase che è quella legata all'avvio del piano di recupero e prima e di sviluppo poi. Come dire che un grande sospiro di sollievo ora è anche possibile farlo.

IL MOMENTO DECISIVO

In questa vicenda che si avvia al lieto fine (almeno per quanto prevede l'omologa del concordato, il resto è da costruire), c'è stato senza dubbio un momento cruciale. Per il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani che ha seguito passo dopo passo la vicenda e non ha mai mollato l'osso neppure un attimo, è stato quando la Sace (società che assicura i prestiti delle imprese che operano all'estero) ha dato parere favorevole al piano, spiegando, quindi, che il suo voto sarebbe stato favorevole. Con la Sace anche Cassa Depositi e prestiti ha scelto la stessa strada, dimostrando che il Ministro era a fianco della Cimolai Spa. Un viatico importante, perchè evidentemente ha rafforzato la posizione dell'impresa pordenonese e soprattutto ha spinto le banche, anche quelle più esposte a dare il voto positivo».

IL MINISTRO

A tutto questo si deve aggiungere anche un altro elemento fondamentale: la presenza costante del ministro Luca Ciriani a tutti i tavoli di confronto, in particolare con quelli in cui erano presenti gli istituti di credito, alcuni dei quali riottosi a dare un voto positivo. Un lavoro certosino, dunque, necessario per ricucire tutti i rapporti e dare certezze. Ma un lavoro, quello di Luca Ciriani, fondamentale anche per fare da parafulmine sulle innumerevoli interferenze che pare si siano verificate durante il percorso. Del resto è facile immaginare che più di qualcuno volesse fallita la Cimolai Spa che ha ancora un portafoglio con circa 800 milioni di lavori, professionisti validissimi e apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia, per potersi prendere quello che faceva più comodo per due lire. Un grande lavoro lo ha fatto anche la squadra che giorno dopo giorno ha lavorato per arrivare a questo risultato a partire dall'avvocato Bruno Malattia, i collaboratori e tutti gli altri professionisti. «Non è stata facile - spiega Luca Ciriani - perchè la situazione sembrava senza speranza. Si trattava di un deficit pesantissimo, c'erano banche agguerrite e se devo essere sincero, all'inizio ben poche speranze. Abbiamo scavallato un punto importante, ora si va avanti. Devo dire - conclude che se fossero cadute Cimolai ed Electrolux, la provincia sarebbe stata in ginocchio. Invece abbiamo fatto un buon lavoro. Non è finita, ma adesso si respira».

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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