Tutta l'Italia in bici per parlare delle malattie rare: il viaggio di Roberto, lo doveva fare con l'amico che non c'è più

Martedì 15 Agosto 2023 di Andrea Miola
Roberto Lavezzo

MONTEGROTTO (PADOVA) - 3.430 chilometri percorsi in bicicletta in 64 giorni, con 62 tappe e un dislivello complessivo di 22.800 metri, il tutto con l'umanità, la solidarietà e la volontà di sensibilizzare sul tema delle malattie rare a fare da motore per un così lungo e faticoso viaggio. Protagonista di questa sorta di staffetta su due ruote Roberto Lavezzo, padovano di Montegrotto, 54 anni, imprenditore che si occupa di network marketing, ma che ha deciso di dedicare agli altri la propria futura attività. E c'è da credergli, ripensando a quanto fatto nelle scorse settimane, con un percorso in solitario che lo ha visto seguire tutta la costa italiana, partendo da Padova il 4 giugno, scendendo da Chioggia lungo l'Adriatico fino a Santa Maria di Leuca, per poi proseguire sullo Jonio fino a Reggio Calabria e risalire per il Tirreno fino alla tappa conclusiva del 6 agosto a Ventimiglia. Al suo seguito per gran parte del viaggio accompagnatori in auto che curavano gli aspetti logistici e lo aspettavano all'arrivo di ogni tappa, salvo assistenza in caso di forature (sette), o altri problemi. Martedì scorso è stato poi accolto e premiato dal sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello.

A spingerlo a compiere questo vero e proprio tour de force, da lui stesso totalmente finanziato, il desiderio di mantenere una sorta di impegno morale con l'amico Fabio, non più in vita, con cui aveva pianificato il percorso e per promuovere la onlus nata per sensibilizzare la gente sulla Hht, una rara malattia vascolare che colpisce 13 mila italiani.

E così in ogni tappa ha fatto da divulgatore, ha incontrato persone affette da tale sindrome e autorità civili. «Ho saputo dell'esistenza della Hht - racconta Lavezzo - accompagnando in ospedale il papà di un'amica e da quel momento mi sono messo in testa di dovere fare la mia parte, in primo luogo con questa staffetta che in due mesi ha messo in condizione 50mila persone di informarsi su tale malattia e questo per me è il risultato più importante. Ho conosciuto sulle varie strade tanta gente che voleva aiutarmi e che mi chiamava eroe, ma io sono solo un asino che corre, e lo faccio con il cuore». Le tappe più difficili? «Cinque in Puglia in cui ho dovuto fare andata e ritorno per tornare alla macchina in quanto mancavano gli accompagnatori e poi una in Basilicata nella quale, per non potere fare trenta chilometri sulla costa, essendoci una superstrada, ne ho dovuti fare 114 in mezzo alle montagne. Non ho voluto usare il Gps perché è solo perdendoti che parli con la gente». E i progetti di Lavezzo non finiscono qui: «Mi piacerebbe che questa staffetta venisse fatta a livello europeo e a inizio settembre correrò il giro del Friuli con i diabetici». 

Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 10:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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