Padova. I nodi del Superbonus, duemila cantieri bloccati o in ritardo: mancano liquidità delle imprese e materie prime

Lunedì 30 Ottobre 2023 di Gabriele Pipia
Padova. I nodi del Superbonus, duemila cantieri bloccati o in ritardo: mancano liquidità delle imprese e materie prime

PADOVA - Primo problema: la mancanza di liquidità delle imprese. Secondo intoppo: la difficoltà di trovare materie prime. Risultato: il caos. Tra Padova e provincia sta esplodendo la protesta di moltissime famiglie che avevano avviato i lavori edilizi con la spinta del Superbonus ma ora si trovano con i cantieri a singhiozzo o addirittura paralizzati. L’ultimo caso eclatante è quello di via Maroncelli alla Stanga dove la scorsa settimana la pioggia è entrata dentro alcune abitazioni rimaste senza tegole, ma i disagi si verificano praticamente ovunque. Nel Padovano attualmente si contano circa quattromila cantieri e nel 50% dei casi sono stati registrati blocchi temporanei o comunque forti rallentamenti nei lavori. 

IL SETTORE

Le imprese artigiane del comparto casa in provincia di Padova sono quasi 12mila tra edilizia, legno e impianti, contando complessivamente 24mila addetti. I problemi di liquidità nascono anzitutto per il nodo dei crediti incagliati: le imprese hanno fatturato per dei lavori eseguiti sfruttando i bonus edilizi, ma hanno incassato solamente crediti che ora sono bloccati nel loro cassetto fiscale. Non riescono a monetizzarli perché il mercato è saturo e nessun istituto di credito li assorbe. Va poi aggiunto che nel settore edilizio sono spuntate negli ultimi anni anche diverse imprese improvvisate senza solidità economica: sono imprese che ora non riescono più a pagare gli operai e a mandare avanti i lavori. 

GLI ALTRI NODI

Se a questi problemi si sommano l’alto costo delle materie prime e la difficoltà a trovarle, ecco che il caos è servito. E il 31 dicembre, data limite per i Superbonus nei condomini salvo modifiche della legge finanziaria in discussione a Roma in queste ore, il contributo scenderà dal 110 al 70%. È una corsa contro il tempo.
«Se i crediti edilizi incagliati non vengono sbloccati non si può andare avanti - evidenzia Nicola Zanfardin, presidente del Sistema di categoria Edilizia di Confartigianato Padova -. I problemi sono tanti e il maltempo della scorsa estate ha peggiorato la situazione anche dal punto di vista della ricerca dei materiali: non si trovano più coppi e tegole. Aumentano i prezzi dei materiali, aumentano i preventivi, aumenta tutto. È una catena che sta distruggendo l’Italia. Stimiamo che un cantiere su due abbia avuto delle difficoltà. Ci sono tante aziende che rischiano di fallire, penso soprattutto ai piccoli artigiani con i conti in rosso». 
Tre richieste al governo: «Intervenire sullo sblocco dei crediti, far scendere i prezzi delle materie prime e prorogare la misura del 110 altrimenti c’è il rischio di vedere diversi cantieri bloccati per anni». 

L’ASSOCIAZIONE

Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato, tiene alta l’attenzione sul problema dei crediti incagliati: «Gli istituti di credito non stanno più assorbendo i piccoli crediti, sotto i 500mila euro. E’ un aspetto che ci sta molto preoccupando e che mette in difficoltà sia imprenditori che committenti. Una difficoltà che viaggia parallela alla possibile mancata proroga del superbonus 110. Ricordo inoltre che in questi anni ci sono state oltre 30 modifiche da parte dei vari governi e questo ha complicato le cose provocando ulteriori ritardi». 
Per Dall’Aglio «l’eventuale blocco dell’edilizia comporterà un effetto domino anche per altri settori correlati, penso a impiantisti ma anche mobile.

E sempre meno famiglie installeremo impianti fotovoltaici, fondamentali per attenuare il caro bollette». 

I COSTRUTTORI

È preoccupata anche Monica Grosselle, presidente dei costruttori di Ance Padova: «Per evitare che rimanga il cerino in mano alle famiglie e alle aziende è necessaria una rimodulazione del Superbonus, con la finalità di renderlo una misura strutturale. La nostra proposta privilegia la riqualificazione a livello di immobile piuttosto che quella relativa alla singola abitazione, in maniera tale da incentivare l’efficientamento di circa 120mila edifici l’anno in tutta Italia - spiega -. Poi sarebbe opportuno mantenere un’aliquota di detrazione fiscale pari al 70% per quegli interventi che portino al miglioramento di una classe sismica o di quattro classi energetiche, aliquota che verrebbe elevata al 100% nel caso di soggetti con quoziente familiare al di sotto di 15mila euro. E infine fondamentale ripristinare la cessione del credito, sia per i capienti che per gli incapienti, e l’istituzione di un fondo ad hoc per l’erogazione di mutui verdi garantiti dallo stato, che permettano di finanziare le spese eccedenti».
«Nel padovano non conosco casi drammatici - sottolinea la presidente - sebbene il clima sia difficile. Al sistema Ance aderiscono aziende ben strutturate che si sono sempre mosse con precauzione, ma ribadisco che non bisogna affidarsi a imprese che non garantiscono la qualità e la sicurezza dei lavori. Vanno condivise le informazioni tra organi di vigilanza e enti paritetici. Se ci fossero piattaforme digitali di scambi di dati in tempo reale probabilmente tante famiglie, tante amministrazioni comunali e tante imprese si sarebbero risparmiate tanti guai».

Ultimo aggiornamento: 16:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci