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Boom di nascite a inizio 2021, ecco i "figli del lockdown": 32 bimbi in soli 8 giorni. Si attende un anno di vagiti

Nordest > Padova
Domenica 10 Gennaio 2021 di Michelangelo Cecchetto
Una delle neo mamme di inizio 2021 a Cittadella
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CITTADELLA - Dall’inizio dell’anno a ieri sono nati nell’ospedale di Cittadella 32 bambini che sono stati definiti i “figli del lockdown” perché di fatto concepiti quando il mondo si è bloccato. Quando la vita di tutti è cambiata in un modo che nessuno avrebbe mai immaginato, ma che non si è assolutamente fermata, anzi.
I numerosi fiocchi rosa ed azzurri sono, mai come ora, segno concreto di speranza, ancor più se le nascite proseguiranno con questi ritmi, considerato il quadro demografico che vede un calo costante della natalità a livello nazionale e il divario sempre più ampio tra nuovi nati e deceduti: ogni 100 persone che muoiono in Italia, ne nascono 67. L’età media è di 45,7 anni. 

APPROFONDIMENTI
CITTADELLA

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INIZIO DEL RISCATTO
Ma l’anno che tutti vogliono dimenticare potrebbe essere quello dell’inizio del riscatto dei vagiti. Nel 2020 le nascite nella struttura ospedaliera della città murata sono state 1061 e con questi ritmi l’importante risultato sarà probabilmente superato nel 2021. Un grande lavoro quello della divisione di Ostetricia e ginecologia diretta da Roberto Rulli con coordinatrice infermieristica Monica Chiomento, e della Pediatria guidata da Rosanna Golin con il coordinamento di Pierina Ramina.


Lavoro reso molto più complesso, com’è per tutte le strutture sanitarie, dall’emergenza Coronavirus per la quale la struttura cittadellese ha creato e adottato un particolare protocollo, con la creazione di percorsi per i pazienti Covid e non Covid, con l’utilizzo di colori e segnaletica. Uno strumento realizzato dal direttore medico dell’ospedale di Cittadella, Emanuela Zilli, e dalla dirigente Golin. È stato presentato lo scorso ottobre nel corso di un convegno mondiale che si è svolto a distanza e pubblicato, così da poter essere utilizzato da tutte le strutture che lo ritengono necessario. Certamente un riconoscimento di rilievo per la sanità padovana, veneta ed italiana. «Lo abbiamo adottato fin dalla prima fase dell’emergenza, nei primi mesi dello scorso anno così da evitare che i cittadini che hanno bisogno delle cure ospedaliere entrino in contatto con coloro che sono positivi. Tutto con il massimo rispetto della riservatezza perché non è assolutamente una colpa essere positivi». Così anche per la divisione nascite, struttura che non può assolutamente venir chiusa.

«NESSUN BIMBO POSITIVO»
Sempre la direttrice Zilli: «Nel 2020 sono state sei le mamme che hanno partorito positive, ed una nel 2021. Nessuno dei figli è risultato positivo. Abbiamo un protocollo specifico per l’accoglienza, con una serie di test e tamponi che iniziano con la 39. settimana di gestazione. C’è una sala parto allestita per il Covid con relativa area di degenza, come pure un’ altra area intermedia nel caso in cui ci sia una potenziale positività in fase di degenza. Ci sono poi le équipe dedicate, senza dimenticare le consulenze di pediatri, infettivologi e internisti. I genitori che entrano nelle strutture, sia nel punto nascite che in pediatria, sono sottoposti al tampone. Certo, per ovvi motivi - conclude Zilli - non possono entrare nei reparti altri famigliari e parenti come avveniva normalmente, ma le degenze delle mamme, salvo necessità, non superano i tre giorni». «Di fatto c’è un ospedale nell’ospedale» ha evidenziato il direttore sanitario dell’Euganea Patrizia Benini. Grande soddisfazione anche del direttore generale Ulss Domenico Scibetta per il quale accanto all’elevata professionalità c’è quale elemento primario l’umanità dei lavoratori. 
Tra qualche anno mamme e papà racconteranno tutto questo ai loro “figli del lockdown”. Sarà solo un ricordo. 

(Nelle foto fornite dall'Ulss 6 Euganea due neo mamme di inizio 2021 all'ospedale di Cittadella)

Ultimo aggiornamento: 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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