Campodarsego. Accusato di frode, il manager di Etra Masiero è stato assolto: «Il fatto non costituisce reato»

Masiero, addetto alla gestione del compattatore di Campodarsego, non avrebbe compiuto le opportune verifiche sulla corretta esecuzione delle procedure di conferimento del rifiuto secco in almeno tre comuni

Sabato 9 Dicembre 2023 di Michelangelo Cecchetto
Etra

CAMPODARSEGO (PADOVA) - É passata in giudicato la sentenza di assoluzione con la motivazione «perché il fatto non costituisce reato», emessa il 5 luglio scorso dal Tribunale di Padova. Sancisce il corretto operato del manager di Etra Alessandro Masiero residente a Mirano (Venezia), ora cinquantenne. Era accusato di non aver adempiuto alle procedure contrattuali: frode in pubbliche forniture. Le indagini erano state condotte dai finanzieri della compagnia di Cittadella, coordinati dal pm Sergio Dini.

La vicenda

Masiero, addetto alla gestione del compattatore di Campodarsego, non avrebbe compiuto le opportune verifiche sulla corretta esecuzione delle procedure di conferimento del rifiuto secco in almeno tre comuni. Erano stati due autotrasportatori a denunciarlo ai finanzieri e all'ufficio anticorruzione di Etra. Masiero non avrebbe trasmesso al Consorzio di Bacino Padova Uno i dati relativi ai quantitativi mensili di materiale raccolto per ciascuna tipologia e neppure quelli dei rifiuti avviati allo smaltimento o al recupero, con l'indicazione dei luoghi di destinazione finale. In alcune occasioni i dati sarebbero stati comunicati al Consorzio in maniera incompleta, e comunque non corrispondente alla realtà. Anche nell'attività di trasporto e conferimento dei rifiuti la Procura avrebbe ravvisato una violazione contrattuale. Le immondizie raccolte in più Comuni sarebbero state convogliate agli impianti di stoccaggio e di trattamento di un solo paese, senza una preventiva pesatura dei diversi quantitativi. In questo modo la mancata verifica del corretto operato degli autisti avrebbe provocato un danno erariale a quel Comune nei cui compattatori venivano riversati, evidentemente senza una preventiva schedatura, i rifiuti prodotti e prelevati nei centri limitrofi. Etra si era costituita parte civile reclamando un risarcimento di 50mila euro per danno d'immagine, ma soprattutto un consistente rimborso economico per le amministrazioni comunali di Tombolo e Trebaseleghe, presunte danneggiate.

La sentenza riconosce che non esisteva dolo da parte di Masiero, e che non ha conseguito indebiti vantaggi personali.

Le scuse

«Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia della sentenza di assoluzione di un nostro dipendente inquisito in epoca precedente all'insediamento dell'attuale governance - commenta il presidente di Etra, Flavio Frasson - L'attuale governance, nel 2021, credendo nella legittimità della condotta tenuta dal proprio dipendente, aveva già ritenuto di revocare la costituzione di parte civile precedentemente operata nel processo a carico del dipendente medesimo e si dichiara soddisfatta che la sentenza abbia riconosciuto la correttezza dell'operato di Masiero. Ci scusiamo, dunque, formalmente con Alessandro e la sua famiglia per quello che hanno dovuto patire in questi anni e esprimiamo loro la vicinanza di tutti i membri del Consiglio, della direzione e dei colleghi tutti. Si chiude finalmente una vicenda penosa che si era trascinata per anni generando polemiche, inutili sofferenze e attacchi personali». 

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