DUE CARRARE - Sospesi gli effetti della procedura di trasferimento per i prossimi 15 giorni. Non si è parlato di ritiro definitivo, all'incontro di ieri della direzione di Valvitalia assistita da Assolombarda, ma un primo e oramai insperato passo verso gli 81 lavoratori si è fatto, anche solo prevedendo un incentivo economico per le uscite volontarie.
LA SITUAZIONE
Restano da chiarire le soluzioni alternative al trasferimento per chi non ha intenzione di aderire alle opzioni a cui si sta lavorando in questo inizio di trattativa, durata 4 ore nel pomeriggio di ieri e 5 ore nella notte tra martedì e mercoledì, quando il picchetto dei dipendenti ha bloccato i camion che tentavano di portare i materiali realizzati a Due Carrare alla sede pavese. Ieri l'azienda si è impegnata a mantenere la produzione di alcuni componenti fondamentali nello stabilimento di Due Carrare e i 15 giorni di sospensione dovranno essere utilizzati per sollecitate l'intervento della Regione e del Mise, di cui si attende convocazione, per favorire eventuali soluzioni complessive per il gruppo Valvitalia riguardanti la tenuta industriale e occupazionale dei vari siti, a partire da quello padovano. Un nuovo incontro si terrà oggi alle 14, per meglio definire i percorsi così avviati.
LE PROTESTE
Un risultato che sembra già un traguardo, a cinque giorni dalla richiesta di resa da parte dell'azienda esternata nella lettera di venerdì che ribadiva il procedimento di trasferimento collettivo deciso unilateralmente, con proposte economiche e incentivi a riprendere il normale lavoro ritirando lo stato di agitazione. Agitazione, appunto, culminata con il blocco dei primi due camion rispediti al mittente lunedì e una scena simile alle 18 di martedì. L'obiettivo dei mezzi erano i componenti prodotti per Italgas, solitamente realizzati nello stabilimento padovano e consegnati direttamente al cliente, bloccati dai lavoratori ai cancelli senza possibilità di ripartire. «L'avvio della trattativa di oggi che ha portato all'acquisizione di questi primi elementi è da ascriversi alla tenacia dei lavoratori che hanno sostenuto la delegazione sindacale con la loro presenza attiva fuori dai cancelli» ha sottolineato Michele Iandiorio della Fiom Padova.