Padova. Ultima generazione, indagati 11 attivisti: accusati di associazione per delinquere

Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata a ostacolare il traffico, a interrompere i pubblici servizi, e a imbrattare edifici privati, pubblici e di interesse storico

Sabato 15 Aprile 2023 di Marco Aldighieri
Il blocco su via Bassi

PADOVA - Una dozzina di attivisti di "Ultima generazione", il movimento in difesa dell'ambiente, è finita nel mirino della Procura. Di età compresa tra i 57 e i 21 anni sono stati accusati a vario titolo dal pubblico ministero Benedetto Roberti, titolare delle indagini, di associazione per delinquere finalizzata a ostacolare il traffico, a interrompere i pubblici servizi, e a imbrattare edifici privati, pubblici e di interesse storico come il Centro culturale San Gaetano di via Altinate. Residenti tra Padova, Treviso, Venezia, Vicenza, Verona e anche Milano (molti sono studenti iscritti al Bo), secondo l'accusa, hanno agito in almeno sette occasioni a partire dall'aprile dell'anno scorso.

Le azioni

Il primo episodio a loro contestato è del 29 aprile del 2022, quando, per protestare contro i cambiamenti climatici, per almeno una mezz'ora sono riusciti a bloccare il traffico su via Venezia. Una manifestazione non autorizzata, dove gli ambientalisti hanno esibito due enormi striscioni e si sono seduti in mezzo alla carreggiata. Un paio di settimane più tardi gli esponenti di "Ultima generazione", difesi dagli avvocati Aurora D'Agostino e Leonardo De Luca, l'11 di maggio hanno imbrattato il muro del San Gaetano con le scritte "Ultima genera" e "stop gas e carbone". Inoltre alcuni si sono incatenati ad un lampione, esponendo un paio di cartelli di propaganda. La protesta è andata in scena alla chiusura del forum nazionale sull'energia e la sostenibilità "Duezerocinquezero" organizzato dal Comune e AssoEsco. Il 10 giugno sono tornati alla carica con un altro blocco del traffico, questa volta è andato in scena sul cavalcavia di Chiesanuova. I manifestanti sono riusciti a fermare la viabilità per alcuni minuti, srotolando per tutta la lunghezza della carreggiata due striscioni. Il 21 di agosto hanno poi dato vita a una azione lampo: in due si sono incatenati alle transenne vicino alla Cappella degli Scrovegni, mentre un terzo riprendeva con un telefono cellulare le dichiarazioni dei due compagni contro l'utilizzo del gas e del carbone.

Il tutto in mezzo ai turisti in fila per ammirare i capolavori di Giotto.

Contro la Lega

Il 7 settembre i seguaci di "Ultima generazione" si sono spostati a Noventa, e qui hanno preso di mira la sede regionale della Lega. In tre sono stati "pizzicati" dai carabinieri mentre imbrattavano i muri di vernice spray. Alcuni giorni più tardi, il 21 di settembre, gli attivisti ambientalisti hanno di nuovo preso di mira la casa del Carroccio. Quel giorno hanno organizzato una manifestazione contro i cambiamenti climatici. Un paio di attivisti ha indossato le maschere raffiguranti i volti del ministro per la transazione ecologica Roberto Cingolani e del senatore Matteo Salvini. I due hanno simulato l'uccisione di una ragazza, un'altra ambientalista stesa a terra, rovesciandole sopra della carbonella. Inoltre sul muro della sede della Lega hanno scritto "no carbone" e "no new carbone no new gas". Infine l'ultima azione contestata dalla Procura a "Ultima generazione" è dello scorso 6 di ottobre, quando in cinque hanno bloccato il traffico su corso Australia sempre utilizzando la tecnica dei due striscioni.

La difesa

Ultima generazione, attraverso i canali social, ha fatto sapere che "Cinque comuni cittadini che hanno messo in atto delle giuste proteste per un'emergenza che non si può più negare, sono stati denunciati per "associazione a delinquere". Dei cittadini nonviolenti trattati come se fossero dei mafiosi. Sono state coinvolte anche persone che non avevano partecipato direttamente all'azione. Una di loro è stata nominata "capo dell'organizzazione" in maniera arbitraria. Questa è la legge del Far West, non la legge di uno stato democratico. Che vi piacciano o no le nostre azioni, c'è da indignarsi. Sono provvedimenti fuori da ogni schema, non hanno alcun senso se non quello di intimidire. Ma noi timidi non possiamo più esserlo". E ancora "Aspettiamo la convocazione a giudizio, nel frattempo continuiamo a ribellarci, perchè non possiamo più aspettare per delle azioni concrete contro il collasso climatico e sociale". 

Video

Ultimo aggiornamento: 11:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci