Sfilano le penne nere, Zaia al raduno Triveneto: «Se tutti fossero come gli Alpini non avremmo problemi nel mondo»

​In città oltre 20mila persone per assistere alla festa nella giornata conclusiva

Domenica 18 Giugno 2023
La fanfara Cadore

BELLUNO - Questa mattina la città di Belluno si è svegliata tra suoni di fanfare, sventolìo di tricolori e striscioni che inneggiano alla storia delle penne nere con un particolare riferimento allo spirito solidaristico degli Alpini che si sta manifestando, tra l'altro, anche in queste settimane a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione in Emilia Romagna. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, accompagnato dal Gonfalone della Regione è arrivato in città verso le 10 dando il via alla giornata conclusiva del grande Raduno triveneto che per questo fine settimana ha collocato Belluno sotto i riflettori delle attività dell'Associazione nazionale alpini ponendola alla ribalta del ruolo più visibile nell'ambito della Famiglia Alpina. 

L'INTERVENTO DI LUCA ZAIA

«Se tutti fossero come gli Alpini non avremmo problemi nel mondo».

Lo ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia, che si è detto felice e ha ringraziato i vertici della associazione nazionale alpini che qualche giorno fa hanno indicato come Vicenza la sede del raduno nazionale 2024. «È la 18esima volta che il Veneto fa un'adunata nazionale - ha ricordato Zaia - con la prima nel 1920 sull'Altopiano di Asiago sul monte Ortigara, la seconda nel 1921 a Cortina d'Ampezzo. Guardiamo sempre all'alpinità direi che questo è un grande valore di solidarietà - ha aggiunto - non a caso con il settimo Reggimento e con il sesto Artglieria da montagna hanno ricevuto due medaglie d'oro al valor civile per il loro intervento dopo il disastro del Vajont 60 anni fa».

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IL RESOCONTO

La sfilata del Raduno Triveneto, sulle note della fanfara alpina Cadore, è arrivata verso le 10.45 sul ponte simbolo degli alpini con la numerosa sezione di Trento e il primo simbolico striscione. Il ponte degli alpini di Belluno venne costruito nel 1971 per i 100 anni di storia delle penne nere e nel 2011 all’ultimo raduno Triveneto, ospitato da Belluno, venne decorato da un grandissimo cappello che fa bella mostra di sè. Il ponte è lungo 300 metri e alto 37.
La giornata, alla quale sono previste oltre 20mila persone, è iniziata con gli onori al labaro nazionale e alle istituzioni. Presente il presidente Luca Zaia che ha ricordato i soccorritori del Vajont a cui è dedicata l’adunata a 60 anni dal disastro.

Alle 11 il corteo è arrivato in piazza Martini, dove è stato allestito il parco delle autorità. Alla sfilata la sezione di Udine, con uno striscione che richiama l'importanza del corpo alpino: "Il corpo degli alpini è un focolare che dobbiamo salvaguardare" e quella di Pordenone: "Alpini una volta alpini per sempre". Rappresentanze anche dall'estero con sezioni dall' Australia. Argentina gran Bretagna e Germania. "Alpini figli della patria". Lo striscione che apre invece la sfilata della sezione di Vicenza che conta oltre 20mila soci e dove ci ci sarà la prossima adunata nazionale degli alpini.

La sfilata poi è proseguitae per piazza Vittorio Emanuele, via Roma e via Simon da Cusighe sino al suo scioglimento nella zona del Palasport "Annibale De Mas" A totale conclusione del Raduno avrà luogo il rituale del passaggio della "stecca" tra la Sezione di Belluno e quella di Venezia che organizzerà il Raduno triveneto del 2024.  Dal palco brevi interventi dei rispettivi presidenti Lino De Pra e Franco Munarini, del sindaco di Belluno Oscar De Pellegrin e del suo collega di S. Michele al Tagliamento Flavio Maurutto. Per la precisione il Raduno del prossimo anno avrà luogo a Bibione, frazione del Comune di San Michele al Tagliamento.

«Impegno, sacrificio, solidarietà. Grazie agli Alpini per esserci sempre, nei luoghi delle sciagure, nell’associazionismo, nell’aiuto alle attività degli enti locali, nella vita delle comunità». Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, che ha partecipato alla sfilata del Raduno Triveneto degli Alpini. «Gli Alpini sono l’anima di un territorio di montagna, incarnano lo spirito dolomitico delle terre alte che resistono alle difficoltà, allo spopolamento, rimboccandosi le maniche. Quello spirito di servizio di cui gli Alpini, tra gli altri, hanno dato prova nei giorni difficili del Vajont e di Vaia, nelle tante manifestazioni locali in cui danno una mano e anche nella presenza silenziosa, operosa e generosa a fianco degli amministratori e dei Comuni. L’8 ottobre, nei 60 dalla tragedia del Vajont, Longarone dedicherà un viale ai soccorritori, in mezzo si quali spiccano le penne nere». «Oggi si dice - ha concluso - che è necessario ripristinare il sevizio di leva per non far morire il corpo degli Alpini» conclude il presidente Padrin. «Al di là di come si evolverà la proposta, credo sia doveroso ringraziare le penne nere e cogliere tutti un po’ del loro impegno per perpetuare lo spirito degli Alpini in una terra di montagna».

Ultimo aggiornamento: 14:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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