Monica, da collaboratrice a titolare dello storico salone di parrucchiere Lai a Belluno

Domenica 10 Luglio 2022 di Daniela de Donà
Monica Caronno e Rosanna Lai all'interno del salone di parrucchiere: in questi giorni il passaggio di consegne

BELLUNO - Rosanna Lai passa la mano. E così, dopo 68 anni, si chiude il cerchio di una dinastia di acconciatori. Sotto al portico di via Sant'Andrea, peraltro, non verranno spente le luci del salone, l'unico rimasto in centro città dove rasano la barba al cliente che lo chiede, con tanto di modellatura. Se dal primo luglio Rosanna - la figlia del fondatore, il sardo Gavino Lai – manderà in pensione il suo pettine e il suo pennello, non lo farà Monica Caronno, la collaboratrice che lavora con i Lai da 30 anni. Sarà lei e tenere in mano il timone di un'azienda iscritta a Confartigianato: “Come ditta individuale avrà il mio nome, ma sulle vetrine lascerò la scritta "Salone Lai", un modalità che significa non buttare via la tradizione, ma rinsaldarla”, precisa la signora Monica, mentre è intenta a seguire un cliente.

Dall'altra parte fanno eco le parole, e la soddisfazione, di Rosanna Lai che sottolinea questo ideale girare la pagina dove c'è scritta la vita di famiglia: “E' un passaggio senza dolore perchè conosco bene Monica con cui ho lavorato per tanto tempo fianco a fianco con gioia.”

LA CLIENTELA

I clienti che entrano da “Lai” sono in maggioranza uomini: “Hanno tra i 50 e i 70 anni. Ma serviamo anche donne dal taglio corto, e, finalmente, stanno arrivando anche i giovani – fa il punto Rosanna – di fatto abbiamo una base di clientela affezionata che ci segue da tantissimi anni.” Lo dice con cognizione di causa la signora Lai che, da quasi 43 anni, apre le porte del salone alle 8 per chiuderle, dopo una pausa pranzo, alle 19. Per un lavoro che richiede non solo tecnica: “Quando si ha a che fare con tante persone si impara a destreggiarsi tra vari caratteri. A volte, infatti, occorre anche essere psicologhe, cercando di andare incontro allo stato d'animo del cliente.” La peculiarità – sua e di Monica – è la discrezione: “Si dice che dal parrucchiere e dal barbiere escano i pettegolezzi della città – è la premessa – un po' è vero che si fa salotto, magari si sentono dialoghi che intercorrono tra i clienti. Ma le nostre orecchie tappate rimangono un obbligo professionale.”

LA STORIA

Era il 1954 quando Gavino Lai, rimasto orfano ed entrato nei Carabinieri, lascia la sua città, Sassari con destinazione Cortina d'Ampezzo. E poi Belluno. “Ma già faceva il parrucchiere – è la precisazione della figlia Rosanna – e proprio per abbracciare questa professione lasciò l'Arma dopo i sei anni di leva.” Gavino arriva a Belluno, dunque, dove incontra Lucia De Biasio, se ne innamora e la sposa. Apre, quindi, il suo primo negozio a Borgo Piave. Siamo alla fine degli anni Cinquanta e Gavino si dà un gran da fare, facendosi subito volere bene dalla gente che vuole dimenticare gli anni della guerra per vivere un'epoca di benessere. Si mette in gioco da docente: rasoio e forbici in mano insegna a chi non sa, creando una scuola di acconciatura, in via San Lucano, nella vecchia sede di quella che si chiamava allora Unione Artigiana. Segue il grande salto: l'apertura del salone a due passi da piazza Duomo, dove ancora oggi si trova. Là, tra le sedie azzurrine tipiche da barbiere, Gavino (morto nel 2016) trasmette la passione ai figli: Franco (che ha lasciato il salone nel 2018) e Rosanna. Sono loro a portare avanti, con professionalità, la tradizione di famiglia, tenendo alto il cognome Lai. Ma già affiancati, quasi in modo profetico, da quella che ora, in modo autonomo, continuerà con mano ferma e buon gusto, a tenere in mano le forbici: l'ex dipendente, ed ora imprenditrice, Monica Caronno. Daniela De Donà.

Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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