Chiude lo storico Bar Posta di Padola, fondato nel 1933: «Vogliamo cambiare vita»

Sabato 4 Giugno 2022 di Lucio Eicher Clere
Chiude il bar Posta: ultimo giorno di lavoro per Simonetta Alfarè Lovo e le due figlie
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COMELICO SUPERIORE - Nella piazza centrale di Padola, il paese con la maggiore attività turistica del Comelico, chiude lo storico Bar Posta. Domani sarà l’ultima domenica, l’ultimo giorno di lavoro per Simonetta Alfarè Lovo e le due figlie, Cinzia e Ilaria Zandonella Maiucco.

La loro gestione dell’importante locale all’angolo della piazza San Luca è durata 13 anni, ed è l’ultima di una storia quasi secolare.

Padola, addio alla storica osteria

L’apertura dell’osteria accanto alla Posta risaliva infatti agli anni Trenta del secolo scorso, nello stabile della famiglia De Martin Topranin. Lì c’era il luogo d’incontro dei boscaioli al ritorno dal lavoro, le bicchierate nei giorni di festa, il servizio di telefono pubblico. Nei mesi estivi e nel periodo delle vacanze natalizie, il bar Posta era frequentatissimo dai turisti. Assieme al Bar Perini, con il loro plateatico costituiscono da sempre il fulcro dell’animazione della piazza più grande del Comelico. Ora a offrire il servizio di ristoro a paesani e turisti, resta solo il bar Perini. E questo all’inizio della stagione estiva. Un brutto segnale per la prossima estate padolese.

Questo lavoro era troppo impegnativo, con orari dilatati per tutta la giornata

Cambio vita

Mamma Simonetta e le due figlie avevano il contratto d’affitto in scadenza il prossimo 9 giugno e hanno deciso di lasciare. «Dopo 13 anni di gestione del Posta qui a Padola - dice Simonetta Alfarè Lovo - e altri 3 del Bar Centrale a Dosoledo, abbiamo valutato di cambiare vita. Soprattutto per le mie figlie che hanno bambini piccoli, questo lavoro era troppo impegnativo, con orari dilatati per tutta la giornata. Per me resta il rammarico di un’esperienza molto soddisfacente nel rapporto con la clientela padolese e degli altri paesi del Comelico, e anche con i turisti, quantunque nei mesi di grande afflusso ci fosse meno possibilità di interloquire con gli ospiti». Per le tre gestrici del bar Posta in questi giorni è unanime la manifestazione di riconoscenza per la professionalità con cui hanno sempre offerto il servizio. Anche nei due anni della chiusura per la pandemia, il locale rimaneva aperto giacché loro avevano acquisito la rivendita dei giornali. «Abbiamo sempre accolto i clienti con rispetto e disponibilità - afferma Simonetta - rifiutando il ruolo di indagatrici su tamponi e green pass, ricevendo anche controlli da parte dei carabinieri e multe contro le quali abbiamo fatto ricorso». La “battagliera” Simonetta vorrebbe che l’attività così vivace nei loro 13 anni possa continuare con un’altra gestione. «Ma mi pare che il proprietario del bar - commenta - non abbia trovato le persone che intendano assumere questo impegno.

La chiusura di negozi e attività in Comelico

È una grave perdita per Padola, che ha notevole carenza di attività commerciali. Gli alberghi sono pochissimi e in questi anni hanno chiuso diversi negozi. Non so quale possa essere il futuro del turismo padolese». Questo interrogativo se lo pongono in molti sia a Padola sia nel resto del Comelico. La ventennale aspettativa del collegamento tra Valgrande e Passo Monte Croce resta sempre in attesa di un accordo con la Soprintendenza di Venezia, ma anche se questo progetto andasse in porto, riuscirebbe Padola a far fronte alle migliaia di turisti che affollerebbero la partenza del carosello Padola-Sesto- Versciaco? E l’altro grande fallimento è quello delle Terme di Valgrande, chiuse ormai da 10 anni senza alcuna prospettiva di ristrutturazione e rilancio. Molti rimpiangono l’occasione persa nei primi anni del Duemila, quando il proprietario del Caravan Park di Sesto, Hans Appacher, aveva ottenuto il consenso della Regola di Dosoledo per costruire un camping simile. La prospettiva era portare in Comelico migliaia di persone, dalla sua conosciutissima attività di là del Passo Monte Croce al bosco di Valgrande. Il progetto fu bocciato dalla Soprintendenza di Venezia e, dopo il ricorso al Tar di Comune e Regola, definitivamente respinto dal Consiglio di Stato. Così ora anche la chiusura di un bar sulla piazza di Padola è un ulteriore segnale di impoverimento del turismo in Comelico.

Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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