Macelleria Fae', settant'anni al servizio del paese: terza generazione dietro al bancone

Lunedì 15 Novembre 2021 di Dario Fontanive
La famiglia Faè dietro al bancone da 70 anni

CENCENIGHE - Settant'anni a servizio del paese affrontando a testa alta i difficili momenti della povertà e la tremenda alluvione del 1966. Ormai il 1951 era quasi finito e si entrava nell'anno nuovo 1952, quando Mario Faè decise di aprire la sua macelleria nella centralissima piazza di Cencenighe.

Oggi il negozio Faè di Cencenighe si attinge a tagliare il bel traguardo dei settan'anni di attività, con la terza generazione dietro al banco.

GLI INIZI

Una dinastia di macellai partita da lontano quella dei Faè di Cencenighe, avviatasi ancora con Antonio Guerrino Faè al quale succedette il figlio Mario Guerrino che ebbe ben tre figli che seguirono la professione di famiglia: Mario, Ersilio e ancora Mario tutti e tre in epoche diverse aprirono una loro macelleria. «Mio padre Mario - racconta il figlio Emilio - aprì la sua macelleria alla fine del 1951. Lui non aveva ancora del tutto imparato il mestiere quindi agli inizi in macelleria rimase mio nonno Mario Guerrino mentre mio padre andò per un certo periodo a lavorare alla macelleria Case di Agordo per imparare un po' i vari tagli della carne e affinare così la professione. Poi entrò in possesso a tutti gli effetti della sua nuova professione che ha svolto fino al 1994 quando mi ha passato il negozio».

POVERI CON GRANDE DIGNITA'

Erano anni importanti per Cencenighe quelli in cui Mario Faè operò. Anni in cui il paese sfiorava i duemila abitanti e tutte e tre macellerie dei fratelli Faè lavoravano bene. «C'era molta più gente di oggi in paese - ricorda Emilio - ma si lavorava bene anche se c'era ancora molta povertà e molti erano costretti a emigrare per poter sostenere la famiglia. Era un'usanza comune a quel tempo fare credito in quanto anche le famiglie dovevano attendere la fine del mese per poter ricevere i soldi dagli emigranti. Ciononostante esisteva quella povertà discreta ma orgogliosa dove i debiti venivano sempre e da tutti saldati in quanto la nostra gente si è sempre comportata con dignità anche se allora non c'erano tanti soldi». 

I SALAMI DI CAVALLO

Cencenighe era famoso un tempo per la produzione dei salami di cavallo. «Era una tradizione che partiva da lontano - spiega Emilio - probabilmente legata alla Fiera di Sant'Andrea che si svolgeva a Cencenighe a fine novembre legata alla compravendita di animali e soprattutto di cavalli. In molte famiglie della zona venivano acquistati i cavalli che servivano per dare una mano nei lavori dei campi e dei boschi. E poi in inverno i cavalli venivano macellati per fare insaccati. So che ora raccontarlo così è una cosa per molti versi cruda. Ma in quegli anni era purtroppo una questione di sopravvivenza». 

IL DISASTRO

I primi giorni di novembre del 1966 l'alluvione colpì pesantemente la provincia di Belluno e uno dei comuni più disastrati risultò proprio Cencenighe. Il torrente Biois bussò alla porta di gran parte delle attività commerciali poste sulla piazza devastando i negozi e riempiendoli di materiale alluvionale. Le tumultuose acque del Biois ruppero l'argine a monte dell'abitato e si gettarono con tutta la loro dirompenza nella piazza del paese. Le due macellerie dei fratelli Faè subirono danni spaventosi. Emilio ricorda che le vetrine furono frantumate e dentro alla macelleria e fuori c'erano cumuli di materiale trasportato dall'acqua che arrivavano anche a due metri di altezza. Tutto era distrutto, ma non c'era tempo per piangere considerato che le macellerie rappresentava anche un servizio essenziale per il paese in quanto la gente aveva necessità di mangiare è quindi era necessario rimboccarsi le maniche per ripartire al più presto e così fu. 

L'ULTIMA MACELLERIA

«Nel Duemila- prosegue il racconto di Emilio - mio cugino Antonio chiuse la macelleria che aveva continuato a gestire per vari anni il negozio ricevuto da suo padre e anche l'altro mio zio Ersilio abbassò le serrande. Quindi siamo riamasti solo noi sulla piazza ma iniziavano anche a sorgere i primi supermercati e quindi abbiamo dovuto fare delle scelte particolari per rimanere sul mercato puntando sull'alta qualità. Scelta che è stata vincente, devo ringraziare la nostra clientela affezionata che ci ha dato fiducia e non ci ha mai abbandonato». 

LA TERZA GENERAZIONE

Oggi la macelleria Faè si accinge a tagliare il traguardo del settantesimo anniversario con la terza generazione in quanto dopo Mario ed Emilio, pensionato ma ancora in attività, attualmente l'attività è passata alla moglie Loredana e al figlio Andrea. 
 

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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