«Vi porto dove è morta Rossella» Nuove rivelazioni del mostro del Circeo

Sabato 30 Giugno 2018 di Lauredana Marsiglia
Angelo Izzo il mostro del Circeo
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«Sono pronto a portarvi nella villa dove è stata sequestrata, violentata e uccisa Rossella Corazzin». Dal carcere di Velletri, dove sta scontando più ergastoli, Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, rafforza le sue rivelazione sulla fine fatta dalla 17enne friulana, scomparsa il 21 agosto del 1975 da Tai di Cadore dove si trovava in vacanza con la famiglia. Izzo, che non viene ritenuto credibile dalla Procura di Perugia essendo noto per una serie di “sparate”, in questi giorni ha calato un nuovo scritto con altri particolari sulla fine della giovane, dicendo di essere pronto ad accompagnare gli inquirenti sulla scena del delitto. In quella villa sul lago Trasimeno si sarebbe consumato il rito sacrificale che vide partecipi i compagni di merende di Izzo, ovvero Gianni Guido e Andrea Ghira, gli stessi che, un mese dopo, sequestrarono, seviziarono e violentarono la 19enne Rosaria Lopez e la 17enne Donatella  Colasanti. La prima morì, fatta annegare, la seconda sopravvisse incastrando i carnifici.
Il legale, Rolando Iorio, ha riferito in queste ore del nuovo dossier presentato alla Procura e della disponibilità del pluriomicida di recarsi in sopralluogo alla villa. Dimora che incrocia in qualche modo anche la storia di un altro mostro, quello di Firenze. Il proprietario Francesco Narducci fu uno dei grandi sospettati, uomo legato alla massoneria perugina, compartecipe, secondo Izzo, di quell’orgia sanguinaria.
In quella villa, sempre secondo Izzo, ma anche secondo la Procura di Belluno che nel 2006 raccolse le rivelazioni del pluriomicida girandole poi per competenza a Perugia, potrebbero esserci ancora delle tracce della povera Rossella, violentata da un gruppo di adepti in un rito templare-massonico del quale lei era la vergine sacrificale. Era stata scelta apposta da Gianni Guido, uomo libero dal 2009, che si trovava in vacanza a Cortina. 
Il suo corpo potrebbe trovarsi in fondo al pozzo della villa, ricoperto successivamente con calce per sedare l’odore nauseante che ne sarebbe uscito.
Il rito sarebbe stato compiuto su un grande tavolo in legno che potrebbe ancora trovarsi nella villa. In questo caso le moderne tecniche scientifiche potrebbero dare una risposta.
«Siamo in attesa che la Procura ci chiami» afferma Iorio che non esita ad appellarsi alla magistratura affinché venga fatto un accertamento.
Ma la Procura di Perugia per ora sembra restare ferma sulla sua richiesta di archiviazione del fascicolo Izzo+11 che venne aperto successivamente alle rivelazioni sul caso Corazzin.

Tuttavia, quel tavolo e quel pozzo continuano a restare nel cono d’ombra di un’inchiesta che da più parti si chiede di approfondire. «Controllare se quel tavolo esiste ancora - conclude Iorio - non costa nulla. Di fronte ad un caso così grave ritengo siano accertamenti da fare. Noi aspettiamo». Una posizione che ha trovato d’accordo anche il procuratore di Belluno, Paolo Luca.

Ultimo aggiornamento: 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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