Rossella Corazzin, sparita in Cadore, dopo 47 anni si apre la pista del mostro di Firenze: «Si continui a indagare»

La richiesta è della deputata Ascari, che se ne è occupata in commissione antimafia. Le dichiarazioni di Izzo verosimili? La cugina della giovane, Mara: "Va riaperto il caso, ferita aperta che ci portiamo dietro da una vita"

Venerdì 25 Novembre 2022 di Redazione Web
Richieste di riapertura indagini su Rossella Corazzin. Foto archivio Gazzettino e un sopralluogo recente della polizia scientifica (Ansa)
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SAN VITO AL TAGLIAMENTO - «Ci sono tanti punti ancora oscuri, bisogna continuare» il lavoro svolto. Lo ha detto la deputata M5s Stefania Ascari, membro della commissione parlamentare antimafia, in una conferenza stampa sulla relazione approvata sul finire della scorsa legislatura dalla stessa commissione sulla "Scomparsa e morte presunta di Rossella Corazzin, i fatti accaduti sul lago Trasimeno nell'ottobre del 1985 e i delitti delle coppie nella provincia fiorentina tra il 1974 e il 1985", dalla quale emerge l'ombra del caso Narducci e del mostro di Firenze nella scomparsa della 17enne di San Vito al Tagliamento, il 21 agosto del 1975 a Tai di Cadore (Belluno) mentre era in vacanza insieme ai genitori. La Commissione è anche ripartita dalle dichiarazioni rese da Angelo Izzo, uno dei "mostri del Circeo", secondo il quale la vicenda si intreccerebbe con il mistero del mostro di Firenze e la ragazza fu sequestrata in Veneto, seviziata e uccisa sul Trasimeno in Umbria.

Izzo fu ritenuto inattendibile tanto che il gip di Perugia decise l'archiviazione del caso, ma la commissione antimafia lo ha ascoltato nuovamente valutando nella relazione che dal suo racconto «emergono riferimenti che non hanno trovato smentita» e «premesso che anche a proposito della ricostruzione del presunto delitto in danno di Rossella Corazzin, non si può certo dargli credito senza riscontri esterni degni di questo nome, i fatti descritti presentano pur sempre la caratteristica di avere avuto, a distanza di molti anni, una qualche spiegazione verosimile, anche se, almeno per ora, totalmente priva di riscontri». Ascari, che nella scorsa legislatura propose la relazione, ha sottolineato che la scomparsa di Rossella, insieme a una «scia di morti» compone «un tragico mosaico collegabile interamente al filone del mostro». Lo stesso ex pm Giuliano Mignini, che è stato consulente della commissione, ha sottolineato che nel corso dei lavori sono emerse «novità». «Questa indagine, interrotta per la fine anticipata della legislatura, ha bisogno di essere approfondita e ripresa e mi auguro che questo accada», ha detto.

Anche Mara Corazzin, la cugina della giovane pordenonese scomparsa in Cadore, pensa che le indagini non si devono fermare. «Chiedo a gran voce che il lavoro della commissione antimafia possa continuare perché ciò che ha prodotto è importante. Cercherò, in funzione del lavoro svolto, di chiedere la riapertura delle indagini» ha detto Mara Corazzin, cugina della 17enne di San Vito al Tagliamento, intervenuta alla conferenza stampa organizzata dalla deputata Cinquestelle che nei lavori della commissione antimafia della precedente legislatura si è occupata del caso con una relazione finale dalla quale emerge l'ombra del mostro di Firenze sulla scomparsa della ragazza. La scomparsa di Rossella, ha detto, «è una ferita aperta che porto avanti da una vita. Avevo perso la speranza, dopo 47 anni e diverse archiviazioni, che si potesse ancora parlare di Rossella come di un caso terribile e insoluto di scomparsa e, aggiungo, di omicidio». 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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