Ragazzina morì nel Boite nel '77 dopo la Corazzin caso riaperto

Giovedì 21 Giugno 2018 di Olivia Bonetti
Rossella Corazzin la ragazza scomparsa nel 1975 da Tai di Cadore ora al centro delle rivelazioni di Angelo Izzo
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CORTINA «In quegli anni un’altra ragazzina morì in circostanze misteriose: aveva degli amici romani, che frequentavano Cortina». Non ci sarebbe solo il nome in comune, Rossella, nelle due scomparse avvenute a metà degli anni Settanta in Cadore. Potrebbe esserci molto di più. Lo ha sottolineato al procuratore della Repubblica, Paolo Luca, il luogotenente dei carabinieri, oggi in pensione, Silvano Gosetti. Il militare ha indagato a lungo sulla scomparsa di Rossella Corazzin e non si era mai arreso all’idea di non poter arrivare alla verità.  Da 5 anni è in pensione e leggendo quanto è trapelato in queste settimane sul caso Corazzin, riaperto dopo la confessione choc di Angelo Izzo, ha collegato diversi particolari alla morte avvenuta il primo maggio del 1977 a Cortina. Quel giorno venne ritrovata senza vita sul greto del Boite, nei pressi del ponte sotto il campanile, Rossella Mutschlechner: aveva 15 anni. Il caso venne chiuso come un incidente, ma dopo diversi anni, la minore delle sorelle di Rossella andò in Procura e parlò proprio con Gosetti per cercare di sbarazzarsi della sensazione che aveva avuto da sempre: la sorella Rossella non sarebbe morta per un incidente o un gesto volontario, c’era dell’altro.
STORIE PARALLELE
Entrambe le tragedie portarono alla morte dei genitori, che non si diedero mai pace. I padri morirono prima, a pochi anni dalla scomparsa delle figlie. Poi le madri. Rossella Corazzin aveva degli amici: Gianni, citato nelle lettere, che riporta a Gianni Guido, che all’epoca era a Cortina. L’altra Rossella aveva degli amici romani: non potevano comunque essere i mostri del Circeo, che vennero arrestati a fine settembre 1975 (Andrea Ghira si rese latitante). Forse qualcuno dello stesso giro di pariolini? Ma ad accomunare le due storie sono gli accertamenti frettolosi fatti all’epoca dalla Procura di Belluno. Per la Corazzin si iniziò a cercare solo giorni dopo, pensando a una scomparsa volontaria. Per la Mutschlechner non venne chiamato neanche il medico legale: ci si accontentò dei rilievi del dottore che accertò la morte e parlò di lesioni compatibili con uno scivolamento in acqua.
LA SEGNALAZIONE
Lunedì il maresciallo Gosetti ha fatto presente i punti oscuri del caso Mutschlechner al procuratore Luca. Il carabiniere pungola gli inquirenti a far quadrare quei particolari che anche nel caso Mutschlechner non tornano. Dettagli che non diedero pace alla sorella minore. «Noi andammo a sentire quelli che avevano visto la 15enne prima della morte, fecero i nomi di ragazzi romani. Sono nel fascicolo e basterebbe verificare, incrociando i nomi con quelli dell’altra Rossella», ha spiegato Gosetti, e il caso Mutschlechner potrebbe essere riaperto.
IL MEMORIALE
Intanto Izzo sta preparando una nuova lettera con ulteriori particolari sul caso Corazzin. Lo afferma il suo difensore, avvocato Rolando Iorio, che sabato è andato a trovarlo in carcere. Izzo ha ricordato altri dettagli che aumenterebbero la sua credibilità, come la cicatrice sul mento della Corazzin. «Abbiamo parlato di quanto sta accadendo - spiega l’avvocato - insiste dicendo che sono cose che ha visto e saputo da fonti certe e si attende che la Procura indaghi».
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