"3.07.2022", dopo la tragedia resta la vita: «Raccontiamo la Marmolada con gli occhi dei soccorritori»

Giovedì 7 Settembre 2023 di Elena Filini
Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon

BELLUNO - Una domenica ordinaria che diventa prima emergenza, poi tragedia. Cosa succede, come si affastellano quei minuti fondamentali in cui il soccorso si mette in moto, si capisce la dimensione dell'incidente, si chiamano i rinforzi? Ma soprattutto cosa succede dopo, quando il mondo ha accettato la notizia e sullo sconforto ha il sopravvento la vita? Per gli altri, non per le famiglie. Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon hanno cercato di raccontare questo. Una parabola iniziata alla prima chiamata ai soccorsi il 3 luglio e conclusa in novembre, con la restituzione di tutti i corpi. A Venezia, prima che il teaser del documentario "3.07.2022 Marmolada" venga presentato al pubblico, i due autori cercano di mettere in ordine i pensieri e le ragioni di questo lavoro.

C'è un pensiero specifico che ha ispirato questo lavoro?
«Nei precedenti lavori abbiamo lavorato con Paolo Dani che ci ha seguito nelle sessioni in parete come guida esperta.

Purtroppo Paolo è stato tra le vittime della tragedia della Marmolada. E questo ci ha spinto a voler approfondire, ma forse anche a fare un omaggio alla sua memoria».

Paolo era una guida, ma anche un soccorritore.
«Sì, ci ha sempre parlato del mondo dei soccorsi con un trasporto e un amore che non potevano lasciarci indifferenti. Quindi abbiamo pensato che il modo migliore per parlare di questa tragedia fosse partire proprio da qui, da quella che viene spesso definita la macchina dei soccorsi».

Come avete steso la sceneggiatura?
«Abbiamo lavorato partendo dalla ricostruzione della dinamica, dalla prima chiamata ricevuta dal soccorso. Abbiamo cercato di essere precisi in maniera chirurgica, dare l'esatta scansione dei tempi e dei modi in cui è avvenuto l'intervento».

C'è qualcosa nel concatenarsi degli eventi che vi ha sorpreso?
«Che non si tratta di pochi giorni né di poche ore: l'ultimo intervento è avvenuto in novembre».

Come avete ricostruito la vicenda?
«Andando a incontrare tutte le persone che magicamente si sono allineate e hanno portato a termine un lavoro considerato tutt'altro che scontato: restituire alle famiglie i propri cari».

Avete avuto la sensazione che i soccorritori abbiano corso dei rischi concreti?
«Senza dubbio. Erano sotto un ghiacciaio di immani proporzioni, e a un certo punto avrebbero potuto dire: non mettiamo a rischio altre vite umane. Eppure non è avvenuto. Tutti hanno capito l'importanza di restituire i corpi, gli effetti personali. E senza nessun indugio queste persone hanno agito senza pensare ai rischi personali, alcune volte notevoli, che stavano correndo».

Come si compone questo documentario?
«È un lavoro corale, con un sacco di materiale inedito, ci sono i girati che sono serviti alle indagini, ci sono 38 persone intervistate. Nella ricostruzione siamo stati attenti a non focalizzarci su nulla che voglia essere macabro. Vogliamo raccontare le persone in divisa che ogni giorno si spendono per gli altri».

Avete dialogato con le famiglie delle vittime?
«Le famiglie sono al corrente del nostro lavoro, con alcune siamo anche in stretto contatto. Ma per comune decisione non fanno parte di questo racconto. C'è stata la volontà di non far rivivere a loro la tragedia».

Avete fatto dei sopralluoghi in Marmolada?
«Il documentario mescola i girati dell'emergenza ma noi siamo andati fisicamente sotto il crepo anche per renderci conto delle dimensioni. Ci è stato chiarissimo il rischio: lo stato del ghiacciaio sta peggiorando».

Qual è il senso di questo lavoro oltre il ricordo e la commemorazione?
«La riflessione che sottende il nostro lavoro la montagna sta diventando un'attrazione turistica sempre più importante e come frequentatori abbiamo il dovere di cambiare il nostro approccio. Non esiste il rischio zero ed è necessario esserne consapevoli. Così come è necessario affidarsi agli esperti e non sottovalutare mai il pericolo».
 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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