Strage della Marmolada. Il procuratore: «Imprevedibile né negligenza né imprudenza»

Mercoledì 6 Luglio 2022 di Olivia Bonetti
Strage della Marmolada
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Anche ieri sono riaffiorati resti dalla zona del disastro, che aiuteranno a dare un'identità alle persone rimaste lì sotto.

Proprio per agevolare i riconoscimenti oggi in procura a Trento sarà affidato l'incarico ai Ris di Parma per estratte e analizzare il Dna dalle vittime della valanga della Marmolada. L'incarico sarà conferito ufficialmente dalla procura durante la prima riunione operativa presieduta dal procuratore Sandro Raimondi.


I TESTIMONI
Ieri invece è stata la giornata in cui gli inquirenti hanno iniziato a sentire a verbale le prime persone accorse sul luogo del disastro e altri testimoni. È stato sentito anche il bellunese Carlo Budel, sentinella delle Dolomiti che abita al rifugio Capanna Punta Penia, che aveva lanciato l'allarme sui social, come riportato il giorno dopo la tragedia da Il Gazzettino. «Da qualche giorno sentivo i ruscelli d'acqua che scorrevano sotto il ghiacciaio aveva detto - e mi ero preoccupato perché era la prima volta da quando sono salito qui 5 anni fa. E a coloro che mi chiedevano informazioni sulle condizioni di salita dicevo espressamente che il ghiacciaio che così secco e grigio non lo avevo visto nemmeno l'anno scorso ad agosto. Ma non volevo dare l'allarme».


La procura di Trento procede per disastro colposo: l'articolo è il 449 del codice penale e prevede da uno a 5 anni di carcere. Non si ravvisano al momento profili di responsabilità, né diretta né indiretta, come evidenzia il procuratore capo Sandro Raimondi che coordina le indagini con la pm Antonella Nazzaro. Ma gli accertamenti sono solo all'inizio. «In questo momento possiamo escludere una prevedibilità e una negligenza o imprudenza», ha dichiarato ai microfoni del Tg3 il procuratore di Trento, Sandro Raimondi. «L'imprevedibilità in questo momento è quella che la fa da protagonista - ha proseguito -. Per avere una responsabilità bisogna poter prevedere un evento, cosa che è molto molto difficile». «Quando mi hanno chiamato i carabinieri di Cavalese subito dopo la tragedia - ha ricordato -, mi hanno parlato di situazione quasi apocalittica».
 

Ultimo aggiornamento: 15:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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