ROCCA PIETORE (BELLUNO) - Dopo la strage del 3 luglio, il versante bellunese precisa che «la Marmolada non è chiusa: troppa confusione fa male alla nostra montagna». La società Marmolada torna sull'urgenza di una corretta informazione e sottolinea che «la decisione di chiusura presa dal Comune trentino di Canazei non riguarda il versante veneto». E intanto il feltrino Carlo Budel, gestore di Capanna Punta Penìa, posizionata sul punto più alto delle Dolomiti, sogna di poter riaprire il rifugio quanto prima.
LA QUESTIONE
Marmolada aperta sì o no? «Il versante veneto della Marmolada è accessibile e sicuro - affermano dalla società Marmolada, proprietaria della funivia che da Malga Ciapela sale sino a Punta Rocca -.
LE CONSIDERAZIONI
«Non entriamo nel merito delle valutazioni, non è di nostra competenza - evidenzia la società della famiglia Vascellari - quello che deve essere chiaro è che la parte bellunese, come la strada di collegamento tra la val di Fassa e l'Agordino attraverso il passo Fedaia, non sono minimamente interessate da questi provvedimenti di chiusura e limitazione. Sarebbe opportuno che le stesse istituzioni bellunesi e venete lo ribadissero a loro volta con una comunicazione mirata per non fare del male a questi territori che vivono soprattutto di turismo. Molti nostri visitatori sono convinti che sia tutto chiuso e prediligono altre mete: non ce lo possiamo permettere dopo tutto quello che abbiamo passato negli anni contrassegnati da pandemia, incertezza e limitazioni». Ancora: «Quanto successo il 3 luglio scorso ha provato tutti noi, operatori e comunità, ma solo una montagna usufruibile è una montagna viva e sicura».
LA SENTINELLA
Intanto la sentinella Budel guarda avanti: «Spero tanto di poter tornare a Capanna Punta Penìa. L'auspicio è che per agosto possa essere nuovamente accessibile la cresta ovest. E cioè quella da cui parte una ferrata relativamente semplice a tutti coloro che conoscono bene le basi dell'alpinismo. Le opzioni sono due. Dal versante bellunese, da Malga Ciapela si raggiunge il rifugio Falier e poi il bivacco Dal Bianco. Da là si arriva alla forcella Marmolada e all'attacco della ferrata che ha una parte iniziale un po' esposta ma che poi diventa tutto sommato abbordabile. Ovviamente sempre per chi mastica bene il concetto di montagna e non, invece, per chi improvvisa. L'alternativa, sul versante trentino, è percorrere la val Contrin da Alba di Canazei fino al rifugio Contrin. Anche da là, poi, forcella Marmolada e attacco della ferrata».
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