Frana sulla strada, passo Monte Croce chiuso quattro mesi: la soluzione dall'intelligenza artificiale

Venerdì 5 Aprile 2024 di Elisabetta Batic
La frana sulla strada del passo Monte Croce Carnico

PORDENONE - Il passo di Monte Croce Carnico va messo in sicurezza entro la fine del 2024 ripristinando le pareti strutturali e avviando un monitoraggio del costone roccioso con un sistema di intelligenza artificiale in grado di verificare in tempo reale i movimenti della montagna, garantendo così una gestione della viabilità in modo più sicuro. È la soluzione illustrata ieri, 4 aprile, a Trieste, in Quarta commissione del Consiglio regionale, dai tecnici dell'Anas. Passo Monte Croce Carnico è chiuso al transito dal 3 dicembre scorso a seguito di una frana che ha causato il distacco di una imponente massa rocciosa di circa 25mila metri cubi.

I LAVORI
L'audizione è stata richiesta da Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) e da Massimo Mentil (Pd). Il ripristino del tratto viario già esistente «sarebbe comunque una soluzione temporanea e non sarebbe in grado di rispondere alle criticità di una strada già messa a dura prova negli anni da eventi franosi e chiusure temporanee» ha spiegato il responsabile Anas di Veneto e Friuli Venezia Giulia Mario Liberatore. Diverse sarebbero quindi le ipotesi al vaglio del tavolo tecnico: quella più accreditata riguarderebbe la realizzazione di una variante esterna completamente in territorio italiano, con tempistiche che si aggirano intorno ai 3 anni e mezzo e una stima di costi di circa 100 milioni di euro.

Due i vantaggi illustrati da Liberatore: la variante sarebbe in territorio italiano e sarebbe edificata in una zona considerata dai geologi come sicura. Le altre due ipotesi prevederebbero una parte di strada in territorio italiano e un'altra parte in Carinzia, con tempi di realizzazione molto più lunghi e costi più elevati.

L'URGENZA
Riguardo il ripristino della variante già esistente, Liberatore ha assicurato che «il 29 marzo sono stati presentati alla Regione gli elaborati progettuali con la richiesta di autorizzazione paesaggistica e idraulica e che, una volta ottenute, si potrà avviare i lavori, saltando tutta le fase di procedura di gara, grazie ad accordi quadro». Il monitoraggio, invece, permetterà di avere informazioni in tempo reale sullo stato della montagna. Il geologo Roberto Simonetti ha invece proposto di realizzare una viabilità provvisoria che inizi dalla località Laghetti e utilizzi parte della viabilità forestale, raccordandola con tratti di nuova costruzione. A porre l'accento sul fatto che «non c'è più tempo da perdere» è stato il sindaco reggente di Paluzza Luca Scrignaro che ha ribadito come la vicenda abbia anche «un lato fortemente emotivo per gli abitanti del luogo». La necessità condivisa è stata quella di agire tempestivamente sia per il ripristino della strada sia per iniziare a lavorare da subito al progetto definitivo. La situazione della strada statale 52 bis per Monte Croce Carnico riguarda anche la Val del But, la Carnia e l'Austria: «Ben venga l'affido ad Anas ma bisogna pensare alla realizzazione di una strada alternativa che tuteli il territorio da eventuali nuovi isolamenti» ha detto il leghista Manuele Ferrari. D'accordo con la previsione di un tracciato alternativo è Serena Pellegrino (Avs) escludendo però le ipotesi dei trafori. «Ipotesi fantasiose e non attuabili come quella del tunnel ed equilibrismi per giustificarle andrebbero evitate commenta il dem Massimo Mentil è fondamentale procedere con assoluta urgenza al ripristino dell'attuale tratto e poi lavorare alla soluzione definitiva». Dunque conclude: «Gli interventi degli esperti evidenziano la necessità di pensare ad una alternativa relativa al terzo tornante, spiace constatare infine che finora sia mancato il necessario coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Paluzza, territorio sul quale si è abbattuta la frana e la cui comunità sta subendo le conseguenze».
 

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