Allarme in Cadore, pastori d'alta quota: «Se il lupo resta qui lasceremo i pascoli»

Domenica 10 Settembre 2023 di Giuditta Bolzonello
Lupi

SAN VITO DI CADORE - I pascoli d’alta quota sono a rischio per più fattori, anche e soprattutto per il ritorno del grande predatore: il lupo. Per dirla come Massimiliano Menegus, presidente della Regola Generale o Granda di San Vito di Cadore: «A causa dei lupi, premetto che non ho nulla contro questo animale, i nostri allevatori non manderanno più gli animali in alpeggio e questo significherà danni disastrosi ai pascoli. Mi rivolgo alle istituzioni per sottolineare questa nostra preoccupazione perché vorrei che le cartoline di questi luoghi mostrassero anche nel futuro animali liberi di pascolare». Il contesto è quello del passo Giau dove le Regole di San Vito hanno proprietà importanti e dove mandrie di vacche hanno sempre passato l’estate, assieme a cavalli; la malga omonima è accogliente, anche se va rifatto il tetto e le istituzioni sono state sensibilizzate anche in tal senso (era presente la consigliera regionale Silvia Cestaro).

Il tutto nei festeggiamenti della Muraglia di Giau e i suoi 270 anni.

IL FENOMENO
Fra i presenti la consapevolezza che il problema c’è ed è serio: «Fino allo scorso anno non era accaduto nulla, quest’estate due vitelli sono stati predati dal lupo, senza ombra di dubbio». Ergo, bisogna intervenire prima che accada l’irreparabile e che le praterie diventino una brughiera alpina, il fenomeno è già in atto e preoccupa gli studiosi che mettono sotto accusa i cambiamenti climatici responsabili anche dell’esplosione del bostrico. Quanto al lupo, va tenuto lontano così da garantire pascoli sicuri: si stanno sperimentando doppie recinzioni, elettrificate, si controllano le pertinenze, ci sono i cani ma a quanto pare non basta. Dal mese di giugno un branco di lupi si muove tra Pelmo, Croda da Lago e Mondeval e ha sbranato quattro capi. «Per tre vitelle – ha spiegato il proprietario - abbiamo in mano i verbali che ne dichiarano la morte a causa del lupo redatte dai veterinari e dalla Polizia provinciale». La zona è a ridosso del Giau, più che legittima la preoccupazione del presidente Menegus, gli allevatori hanno già detto che «se le cose staranno così anche l’anno prossimo, con il lupo che fa liberamente razzia in ogni dove è sicuro che non torneremo a far pascolare le nostre mucche». «Una mattina nel corso delle abituali perlustrazioni del bestiame al pascolo il pastore si è imbattuto in due vitelline morte, trovate a bordo strada un po’ sopra la Muraglia del Giau, in comune di San Vito di Cadore, vicino al confine con Cortina. Chiamati i veterinari e la Polizia provinciale, nessuno ha avuto dubbi sulla causa della morte provocata dal lupo».

LE REAZIONI
Alle voci preoccupate dei tanti allevatori si uniscono quelle delle Regole, le antiche istituzioni che da sempre hanno avuto cura del territorio e che vedono nel possibile abbandono dei pascoli la fine delle praterie d’alta quota orgoglio e vanto dei montanari. La monticazione potrà essere a rischio anche per l’avanzare delle brughiere alpine, rododendri e ginepri per citare le piante più presenti che, se dipingono di colori i pendii, non permettono all’erba di crescere ma nemmeno alle piante, come i cirmoli, il pino cembro, che vivono alle quote elevate di germogliare e crescere. Difficile contrastare il fenomeno che viene imputato al cambiamento climatico, impossibile intervenire a quelle quote che sono tutelate perché riconosciute di valenza ambientale da Natura 2000, rete di siti di interesse comunitario, e di zone di protezione speciale creata dall’Unione europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie identificate come prioritari dagli Stati membri dell’Unione europea.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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