Il pastore trova due vitelle sbranate: «Autorizzate l'uccisione dei lupi o non torniamo più qui»

Martedì 1 Agosto 2023 di Raffaella Gabrieli
Vitelline sbranate dal lupo raccolte nella zona del passo Giau

SAN VITO DI CADORE «Se le cose staranno così anche l’anno prossimo, con il lupo che fa liberamente razzia in ogni dove tra Cadore e Agordino, è già sicuro che non torneremo a far pascolare le nostre mucche. C’è poco da girarci attorno: va data l’autorizzazione, a chi di dovere, di uccidere questi esemplari. Spiace, certo; però è ancora più triste veder predate delle vitelline indifese. Così, solo per il gusto di uccidere». È amaro lo sfogo di Simon Declara, il pastore che da 15 anni porta al passo Giau il bestiame di numerosi allevatori della Val Badia. «Il mio è un bellissimo lavoro - sottolinea - ma quando succedono queste cose, e ci si vede impotenti, vien voglia di mollare tutto».

LA VICENDA Sabato mattina, nel corso delle abituali perlustrazioni del bestiame al pascolo, Declara si è tristemente imbattuto in due vitelline morte. «Le abbiamo trovate a bordo strada - spiega - un po’ sopra la Muraglia del Giau, in comune di San Vito di Cadore, vicino al confine con quello di Cortina. Mi si è stretto il cuore a vedere quella scena. Abbiamo quindi chiamato i veterinari e la Polizia provinciale: nessuno ha avuto dubbi sulla causa della morte provocata dal lupo. Che però, oltre il danno la beffa, non se le è mangiate. Un fatto che addolora ancor più perché se almeno se le fosse divorate si potrebbe comprendere meglio la vicenda, come conseguenza della natura animale». «E invece non è neppure tornato nelle notti successive. Infatti sabato, purtroppo, non abbiamo trovato nessuno che con lo scavatore venisse a seppellire le carcasse. Solo oggi pomeriggio (ieri per chi legge) è arrivato un operatore che ci ha dato una mano. Beh, in tutto questo tempo trascorso nessuna bestia è venuta a mangiarsi i resti delle due povere cucciole. Lo abbiamo visto con i nostri occhi ma la cosa è stata confermata anche dalla fototrappola messa dalla Polizia provinciale che non ha rilevato nessun movimento».

LA SITUAZIONE «Io sono un pastore e lavoro per una società di Padova che prende in affitto l’area dalle Regole di San Vito di Cadore - entra nel merito il 34enne Declara, altoatesino del comune di Badia -. Alla malga Giau abbiamo circa 150 capi di bestiame di varie razze: dalla pezzata rossa, alla bruno alpina sino alla Pustertaler. Ovviamente le vitelline predate, nate a marzo, sono tra i soggetti più facili da colpire. Sinceramente, per quanto ci riguarda, le cose devono cambiare. A cominciare dal fatto che i lupi possano essere ammazzati. Mi rendo conto che non è un bel discorso da fare ma qua siamo di fronte alla volontà di difendere i più deboli, che in questo caso sono le nostre mucche che al momento lasciamo al pascolo ma se dovesse succedere un altro episodio simile le porteremo subito a valle. Così come, se non dovessero cambiare le regole relativamente alla gestione del lupo, l’anno prossimo diremo addio al pascolo di malga Giau».

IL PRECEDENTE IN ZONA Intanto, nella vicina Selva di Cadore, smonticazione anticipata a causa della predazione del lupo. «Mesi e mesi di lavoro per poi vederlo sfumare via così, nel corso di una notte. Per non parlare, al contempo, anche del dolore emotivo di fronte alla morte di vitelle indifese per mano del lupo. Da giugno, sulla Mont del Fen, ne abbiamo perse quattro. E ora stiamo seriamente pensando di andarcene. Di certo porteremo via gli animali più fragili. Per noi allevatori, se si vuole contrastare il lupo, servono provvedimenti concreti e veloci». Parlava così un paio di giorni fa Daniele Moling, la cui azienda agricola è da trent’anni che prende in affitto questi prati, dalla Magnifica Regola di Selva e Pescul, per far trascorrere l’estate all’aperto alla sua ventina di mucche e a un altro centinaio che gli vengono affidate da vari colleghi. 

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