Un anno senza Del Vecchio. Migliaia di dipendenti Luxottica per l'anniversario. «Ci ha fatto sentire speciali»

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Angela Pederiva
Un anno senza Del Vecchio. Migliaia di dipendenti Luxottica per l'anniversario. «Ci ha fatto sentire speciali»

dalla nostra inviata


AGORDO (BELLUNO) - Un anno dopo, la grande famiglia di Leonardo Del Vecchio è di nuovo riunita al PalaLuxottica, gremito dai 2.000 accalcati anche in piedi. Un cuore di rose rosse, i cuscini di rose bianche, i maxi-schermi con le immagini della vita pubblica nell’industria, nella finanza, nella filantropia. Tutto come allora, quando però erano stati i figli a salire sul palco per parlare, mentre ora restano seduti insieme alle rispettive madri: nel settore di destra la prima moglie Luciana Nervo con Claudio, Marisa e Paola; davanti a loro l’ex compagna Sabrina Grossi con Luca e Clemente; nell’area di sinistra la vedova Nicoletta Zampillo con Leonardo Maria e l’altro figlio Rocco Basilico, schierati in prima fila accanto a Luigi Francavilla e Francesco Milleri. Invece questa volta sono proprio i manager a «ricordare e ringraziare», il che probabilmente ha anche una valenza simbolica, nella sintesi di passato e futuro che è una promessa di radicamento ad Agordo.

Lo storico braccio destro dell’imprenditore si commuove subito: «Voglio ringraziare tutti voi, vi saluto tutti quanti, tanti auguri e basta». Così tocca al presidente esecutivo e amministratore delegato far palpitare più a lungo i cuori sotto le magliette blu: «Senza di voi non ce l’avrei fatta».


I VALORI
Prima della cerimonia religiosa, ecco la commemorazione laica. «Siamo qui – esordisce Milleri – prima di tutto per ricordare un uomo speciale, un grande imprenditore, un visionario che ha costruito questa realtà incredibile. Ma nel profondo sono qui a ricordare un amico affettuoso, che ci ha dato un ruolo in questo mondo e che ci ha fatti sentire speciali. Ha insegnato a me, e credo a migliaia di voi, valori che non scorderemo mai: a essere sempre riconoscenti e generosi». Proprio com’era Del Vecchio, aggiunge il top manager: «Quando parlava di Agordo, della fabbrica, delle persone che vivevano e lavoravano qui, con il pensiero esteso a tutti i 200.000 uomini e donne che oggi compongono il gruppo, aveva un senso di riconoscenza profondo. Ha cercato in ogni momento di essere generoso nel modo che poteva: certo con la parte economica, ma ancora di più col tempo che ha dedicato a me, a voi, al grande gruppo. Ha sempre pensato a questa grande famiglia come qualche cosa che doveva essere protetta, difesa, accresciuta. Era un uomo che dava tutto per rendere grande quello in cui credeva». 


Fin qui il ricordo, poi il ringraziamento. «Per tutto quello – confida Milleri – che mi ha donato in dieci anni di attenzioni e insegnamenti. Impossibile colmare il vuoto che ha lasciato. Eppure adesso che non c’è più, il suo ricordo ha ancora più riempito le nostre esistenze. Lo vedo in ogni gesto che faccio, nei posti che abbiamo visto insieme, come se lui fosse ancora qui. Gli chiedo cosa dobbiamo fare ed è facile deciderlo, perché ci ha lasciato dei principi semplici: guardare al benessere di tutti, creare comunità solide, non pensare mai in termini personali. E lui lo ha fatto per tutta la vita». 


In platea spiccano le fasce tricolori dei sindaci bellunesi, guidati da Roberto Padrin, presidente della Provincia. Ma soprattutto ci sono i dipendenti di EssiLux: «Voi oggi qui siete importantissimi – dice il presidente e ad – siete le spalle su cui ripartiamo questo peso incredibile che è la sua assenza. Non credo che ce l’avrei fatta senza di voi, siete le persone che lo hanno amato e che ci hanno fatto sentire la vicinanza. Siete tantissimi, come tantissimi ricordano con un minuto di silenzio nel mondo quello che ha creato e come lo ha creato. Non so se ci sono altri imprenditori che attorno a sé hanno creato questo sentimento di amore, rispetto, ammirazione. La chiave del suo successo era che ci amava veramente tutti. A volte era difficile spiegargli che forse in debito eravamo noi, perché negli occhi capivi che lui era sincero. Questo è quello che ho nel cuore di Leonardo e che voglio condividere con voi. Il legame che ha creato in tutti noi sarà la forza per andare avanti».


IL CAMBIAMENTO
Cambia il linguaggio, ma i sentimenti sono gli stessi, anche nell’omelia del vescovo Renato Marangoni: «È trascorso un anno da quel 27 giugno. Un anno di vita e di storia ci cambia. Sì, anche Leonardo ci ha cambiati. In questo luogo che parla di lui, in questo territorio a cui si è appassionato con tutta l’intraprendenza del suo genio imprenditoriale, tra persone che hanno riconosciuto la significatività della sua opera, e siamo anche noi tra queste, il nostro ritrovarci è focolare di riconoscenza e memoria di bene. La morte è una frattura enorme nella vita, ma non la nega, non la sopprime, non la sostituisce. Questa celebrazione ci riconduce alla vita che sembra spezzata e che invece continua con semplicità e umiltà». Dal cielo irrompe un tuono. «È un segno – dice un ex operaio con gli occhi lucidi – è il cavaliere che ci ascolta e ci parla».

Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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