Il papà del bambino morto in ospedale: «Vogliamo la verità su Mattia»

Martedì 2 Gennaio 2024 di Lorenzo Mayer
Il papà del bambino morto in ospedale: «Vogliamo la verità su Mattia»

LIDO DI VENEZIA - «Quanto è successo a Mattia non dovrà capitare più a nessun altro bambino. Vogliamo solo questo e perciò ho fiducia nella magistratura e desideriamo che venga fatta la massima chiarezza da chi ne ha la competenza. Posso solo dire che mio figlio era un bimbo sano, sportivo e un bambino speciale. Siamo affranti e duramente provati. Ci affidiamo alla preghiera di tutti e ringraziamo per le attestazioni di affetto e stima che ci stanno arrivando in queste ore. E' una durissima prova, sto male. Ma, ripeto a nessun bambino dovrà più capitare una cosa simile».
Parla così Vitalie Coada, papà del piccolo Mattia, morto giovedì scorso all'ospedale Civile dei santi Giovanni e Paolo. Dopo la notizia, pubblicata domenica dal Gazzettino, tutta la comunità lidense si è mobilitata, in vari modi, per stare vicino alla famiglia Coada. Sulla vicenda è stata avviata un'indagine. E si è in attesa dell'autopsia sul corpo del piccolo, che potrebbe essere effettuata venerdì, per accertare le cause del decesso. Poi i funerali che dovrebbero essere celebrati, con rito cristiano ortodosso, al cimitero di San Nicolò, ma si sta pensando di organizzare un saluto al bimbo anche all'aeroporto "Giovanni Nicelli" di San Nicolò (l'aeroporto di cui Vitalie è uno dei soci) Vitalie è un uomo forte, misura le parole, con a fianco la moglie Alice.
Mattia, benvoluto da tutti gli amici e compagni di scuola del Lido, era il primogenito di due sorelline più piccole, Sofia e Giulia. «Non vogliamo accusare nessuno premette il papà non è questo il momento.

Non siamo né medici, né avvocati. Ho fiducia nel lavoro della magistratura. Continuo a credere anche nella validità dell'ospedale Civile di Venezia, ma tutta Italia deve sapere quello che è successo a Mattia perché non accada più ad altri. Un bambino sanissimo è entrato in ospedale e non è più uscito».


LA ULSS
A tal proposito l'azienda sanitaria veneziana ha diramato una nota che è una prima ricostruzione di quanto accaduto: «Il giovanissimo paziente si legge nella nota dell'Ulss 3 - era arrivato al Civile di Venezia nella notte tra mercoledì e giovedì, con un quadro clinico inizialmente non preoccupante, e i medici ne hanno monitorato da subito le condizioni, registrando purtroppo un progressivo peggioramento. Nella mattinata di giovedì, per l'aggravarsi del quadro clinico, hanno optato per un trasferimento alla terapia intensiva pediatrica dell'ospedale di Verona. Il piccolo paziente è deceduto in questa fase, per il precipitare delle condizioni cliniche, all'ospedale di Venezia. Gli accertamenti che saranno effettuati sulla salma potranno dare risposte sulle cause del decesso. La direzione dell'azienda sanitaria si stringe ai familiari per il grave lutto».
A quanto pare nelle ore del ricovero, si è aggravata la situazione respiratoria. Per questo era stato allertata prima la clinica pediatrica di Padova, ma non c'era posto, e poi quello di Verona, anch'esso dotato di un reparto di rianimazione pediatrica. Ma, purtroppo, non c'è stato il tempo nemmeno di predisporre il trasferimento in elicottero. Mattia è morto all'ospedale civile lagunare.
La comunità moldava cristiana ortodossa si è subito stretta alla famiglia. Padre Anatolie Bitca è l'assistente spirituale della comunità moldava ortodossa e della famiglia. «Mattia era un bambino speciale - racconta - tutti i bambini lo sono, ma lui aveva più qualità e caratteristiche per essere speciale». 

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