Agordo. La mail sembrava di un fornitore, Luxottica gli versò oltre 100mila euro: era una truffa. Presunto colpevole a processo

L’imputato si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e con la difesa nel processo cercherà di dimostrare che si è trattato di un furto di identità

Venerdì 12 Aprile 2024 di Olivia Bonetti
Agordo. La mail sembrava di un fornitore, Luxottica gli versò oltre 100mila euro: era una truffa. Presunto colpevole a processo

AGORDO (BELLUNO) - Talmente bravo da essere riuscito a trarre in inganno anche un colosso dell’occhiale come Luxottica, che versò tre bonifici per un totale di oltre 100mila euro a un estraneo che si fingeva fornitore. È approdato ieri in tribunale a Belluno il processo che vede imputato un cittadino nigeriano Isioma Nnamdi, 58enne residente nel Modenese, chiamato a rispondere dell’accusa di falsificazione, alterazione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche.

L’uomo è difeso dall’avvocato di fiducia Stefano Peron del Foro di Vicenza. Luxottica invece, è costituita parte civile nel processo per vedere risarciti i danni patiti e si è affidata all’avvocato Mario Mazzoccoli che rappresenta Luxottica group spa e Luxottica srl di Giorgio Striano in qualità di amministratore delegato.

I FATTI

Secondo quanto ricostruito dalla procura l’imputato avrebbe captato le mail che intercorrevano tra Luxottica e un fornitore e si sarebbe poi introdotto nel sistema di posta elettronica del terzista sostituendosi a lui e inviando delle email alla multinazionale di Agordo. Si sarebbe quindi spacciato per il fornitore, inviando comunicazioni dall’esatto indirizzo dell’azienda terzista dando indicazioni a Luxottica di pagare su un altro Iban, in quanto era cambiato il conto bancario. La multinazionale ha effettuato tre versamenti con un primo di 57mila euro, per arrivare al totale delle tre tranche che ammonta a oltre 100mila euro. E, probabilmente quando il fornitore chiese conto della fatture (ma l’esatta ricostruzione emergerà nel processo) scoppiò il caso e Luxottica denunciò. 

LE PARTI

In breve tempo le indagini risalirono a Isioma Nnamdi, che è anche un imprenditore. L’imputato si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda e con la difesa nel processo cercherà di dimostrare che si è trattato di un furto di identità: qualcuno avrebbe preso i suoi documenti per attivare il conto bancario e l’utenza da cui sarebbe partito il phishing telematico. Ma la procura non ha dubbi: sarebbe lui l’autore di quel reato, e l’accusa sostenuta ieri in aula dal pm Giuseppe Gulli, affila le armi. Il processo entrerà nel vivo il 21 novembre: verranno sentiti anche i vertici Luxottica che sfileranno per primi in aula in qualità di parti offese.

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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