Centauro contro il cervo rimase ferito: chiede i danni, condannato a pagare

Martedì 30 Luglio 2019
Centauro contro il cervo rimase ferito: chiede i danni, condannato a pagare
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CORTINA - Oltre al danno la beffa per un motociclista che nel luglio del 2013 era finito contro un cervo, sulla strada sr 48 delle Dolomiti, verso il Falzarego. La sentenza del Tribunale di Belluno, arrivata nelle scorse settimane, non solo non gli riconosce il danno, ma lo condanna alle spese legali degli enti costituiti. Tradotto in euro di 18mila totali. «La condanna alle spese di lite - dice il motociclista Demetrio Fedeli, un ingegnere di Roma - appare oltremodo sproporzionata e punisce la mia buona fede. Ritenevo di essere stato vittima di uno sconsiderato sovrappopolamento dei cervi e per questo avevo deciso di fare causa per vedermi riconosciuti i danni». Ne chiedeva 24mila di danni. Fedeli, infatti, nello schianto ha riportato la frattura delle costole e per due mesi e mezzo non è riuscito non solo a lavorare, ma nemmeno a tornare a Roma. «Se ai 18mila euro si aggiungono le spese legali da me sostenute - dice il centauro -, sono costretto a pagare il triplo del costo delle spese sopportate per l’incidente oltre al mancato riconoscimento dei danni fisici subiti»
«Erano le 11 del 27 luglio del 2013 - racconta - e stavo andando a passo Falzarego sulla mia moto. All’improvviso spuntano due cervi, nel tratto rettilineo al chilometro 113 e 300. Ho fatto in tempo a schivare il primo, ma il secondo mi prende la ruota, e in moto ho fatto un botto. Mi sono salvato perché avevo tutte le protezioni, ma ho riportato lesioni lunghe da guarire. Ritengo di essere vittima del sovrappopolamento di cervi, che c’era in quel periodo, come riportato dalla stampa e che era stata una scelta politica della Regione, Provincia e Veneto strade». Così chiama in causa gli enti e, tramite il suo avvocato Simona Ianese, inizia la guerra. Perde la prima battaglia. Il giudice nella sua sentenza ritiene che la presenza di segnale verticale che indicava animali vaganti «è misura da ritenersi sufficiente rispetto alla tutela degli utenti della strada». «Lì - sottolinea il motociclista - c’è il limite di 90 all’ora. Io andavo sotto i 40 e non sono riuscito a evitare l’impatto, come può uno che va a quella velocità fermarsi in caso di cervi?». E conclude: «La pronuncia del giudice avrebbe potuto quantomeno disporre una compensazione delle spese di lite tra le parti ipotizzando un concorso di colpa. Mi auguro che qualche esponente politico raccolga questa problematica e si arrivi a un fondo per compensare gli incidenti stradali procurati dalla selvaggina in assenza di conclamata colpa del conducente, come ritengo essere il mio caso. Anche in considerazione del grande afflusso turistico che, si spera, interesserà la Regione Veneto in occasione delle Olimpiadi». Il motociclista sta valutando di procedere con l’Appello.
Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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