Fonzaso, donna uccisa dal pirata della strada: l'auto è sfasciata, ma lui dice di non essersi accorto di nulla Foto

Mercoledì 17 Novembre 2021 di Eleonora Scarton
Fonzaso, donna uccisa dal pirata della strada: l'auto è sfasciata ma lui dice di non essersi accorto di nulla
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FONZASO - Investita e uccisa mentre fa una passeggiata vicino casa: è morta così lunedì sera Emilia Santurini, 63enne di Fonzaso, rimasta a bordo strada per un'intera notte. Solo ieri è stato rinvenuto il cadavere della donna e in poche ore i carabinieri hanno smascherato il pirata della strada. È un ragazzo di soli 24 anni del posto, che ha raccontato ai militari di non essersi accorto di nulla perché era distratto dal telefono. È indagato per omicidio stradale, con l'aggravante dell'omissione di soccorso se venisse provata la volontarietà della fuga.

Non c'è alcun provvedimento restrittivo nei suoi confronti: è denunciato a piede libero.


Donna investita e uccisa

L'allarme è stato lanciato ieri mattina da due dipendenti della ditta Mauser di Arten, in comune di Fonzaso, che hanno scoperto il cadavere della donna nella zona antistante la fabbrica. Sul posto sono accorsi i carabinieri della Compagnia di Feltre e i colleghi del Nucleo investigativo provinciale, perché all'inizio il quadro non era chiaro. Solo successivamente è stata confermata l'ipotesi dell'incidente stradale. Tremendo l'impatto dopo l'investimento, tanto che la donna è balzata al di là della recinzione, finendo nel giardino della Mauser, e vi è rimasta fino a ieri mattina quando la dipendente della fabbrica ha scorto qualcosa di strano tra l'erba e con un altro collega ha fatto la tragica scoperta. Sul luogo dell'impatto sono rimasti lo specchietto ed alcuni frammenti dell'automobile che hanno permesso in poche ore ai carabinieri, di capire il modello della macchina, una Ford Fiesta, e risalire al proprietario, il ragazzo classe '97 della periferia di Fonzaso. Lunedì sera Emilia è uscita di casa intorno alle 19, come faceva tutte le sere. Era infatti una persona molto abitudinaria. Ma è difficile dire l'orario preciso, perché era sola; il marito, Giuseppe Corso, lavora per una grossa ditta e in questi giorni si trova in California. La figlia Erika, invece, vive con la sua famiglia. Dopo la camminata aveva l'appuntamento fisso al telefono con il marito. Lunedì sera però il cellulare di Emilia squillava a vuoto. Anche la figlia ha inviato un sms alla madre, senza avere però risposta. È andata a casa della madre, ma Emilia non c'era. Dopo la denuncia ai carabinieri è scattato il piano per ricerca di persone scomparse. Nel corso della notte, parenti, amici e forze dell'ordine e vigili del fuoco l'hanno cercata in lungo e in largo. Prima nelle vie che solitamente percorreva quando faceva la sua camminata serale, poi anche in altri tratti per escludere che avesse, per qualche motivo, cambiato direzione. «Abbiamo battuto tutte le zone racconta il fratello Egidio -. Quando non l'abbiamo trovata in casa abbiamo subito temuto il peggio. Pensavamo che potesse aver avuto un malore, o che fosse scivolata da qualche parte. Anche che potesse essere stata investita. In quei momenti si pensa a tutto. Abbiamo battuto tutte le zone che frequentava, abbiamo guardato nei fossati con le torce per tutta la notte». Le ricerche non erano facili, sia per il buio che a quell'ora copre tutto, sia anche per la fitta nebbia che era calata. «Abbiamo percorso anche la strada dove poi è stata trovata mia sorella, senza vedere nulla di strano racconta ancora il fratello -, ma era impossibile vederla. Abbiamo guardato ovunque ma non avremmo mai guardato al di là delle recinzioni delle fabbriche o di abitazioni private». Nulla, fino alle 7.30 di ieri. 


La scoperta del corpo e le indagini

Manuela, dipendente della ditta Mauser, parcheggia la sua automobile. La nebbia si sta alzando e le prime luci iniziano ad illuminare la zona circostante. «Quando sono arrivata in azienda e sono scesa dalla macchina racconta la donna -, ho visto come degli stracci gettati vicino al muretto. Mi è parso strano, mi sono avvicinata di qualche passo e sembrava quasi un manichino. Ho chiamato il mio collega e ci siamo avvicinati insieme, scoprendo il corpo della donna. Abbiamo quindi subito chiamato i carabinieri». Nell'azienda, dove si fanno imballaggi, si lavora anche di notte, ma nessuno si è accorto di nulla, anche perché la strada dista diversi metri dall'area di lavoro. Tra il buio e la nebbia nessuno si è accorto del cadavere. Vicino al corpo della donna anche il cellulare, con ancora le auricolari attaccate. Per terra, sull'asfalto, uno specchietto, alcuni pezzi di auto e dei vetri. Sulla recinzione, allacciata, la scarpa della donna. Le indagini dei carabinieri hanno preso due direzioni. Da una parte la raccolta delle testimonianze in paese e, dall'altra, l'analisi dei pezzi di auto rimasti sul luogo dell'impatto. Ed è proprio da questi ultimi che già nella tarda mattinata di ieri sono riusciti a risalire al colpevole.

 

Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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