LONGARONE - Resta rovente il fronte sindacale della Safilo. A sostegno dei 472 lavoratori dello stabilimento di Longarone di cui l’azienda ha annunciato di voler fare a meno, cresce la mobilitazione non solo quella locale. Dopo che nei giorni scorsi il Pd locale aveva annunciato di aver interessato i parlamentari veneti, ieri il senatore e segretario del Pd veneto Andrea Martella ha presentato un’interrogazione a risposta immediata al Ministro del Lavoro e a quello delle imprese e del Made in Italy di “convocare in tempi rapidi le parti coinvolte ad un apposito tavolo ministeriale, per individuare soluzioni per scongiurare il disimpegno da parte del Gruppo Safilo verso l’impianto di Longarone, salvaguardandone gli attuali livelli occupazionali”.
LA PRESENZA
IL CONFRONTO
Ieri è stato anche il giorno della convocazione, da parte del presidente della Provincia e sindaco di Longarone, di un tavolo sulla crisi di Safilo. Mentre Palazzo Piloni sta monitorando la situazione, il suo primo inquilino ha convocato per giovedì alle 17 in municipio a Longarone un tavolo territoriale con il senatore Luca De Carlo, la Regione Veneto, i rappresentanti sindacali e i sindaci bellunesi che sono stati invitati attraverso le Unioni Montane: «Dobbiamo fare tutto ciò che è possibile per salvare la fabbrica, ognuno per quanto di sua competenza – ha detto il presidente Padrin – e salvaguardare la tenuta occupazionale». In campo anche i sindacati. Negli stabilimenti Safilo di Padova e Santa Maria di Sala si sono svolte ieri, per l’intero arco della giornata, assemblee sindacali per discutere la comunicazione dell’azienda che definisce non più strategico lo stabilimento di Longarone. Ma è stato detto che sulla produzione dei due siti, la decisione che riguarda la sede bellunese avrà “pochi o nulli impatti”. Le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno inviato una richiesta di incontro al Ministero delle Imprese e del made In Italy. Domani è invece previsto un confronto del coordinamento sindacale aziendale a cui parteciperanno i rappresentanti di tutti i livelli delle tre categorie il cui scopo sarà quello di definire le azioni da mettere in campo “a contrasto - spiega il segretario della Filctem Cgil del Veneto Michele Corso - di quella che sembra a tutti gli effetti la volontà di chiusura di uno stabilimento storico dell’azienda e un punto di riferimento occupazionale per un’intera area del bellunese”.
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