Safilo, impianto di Longarone a rischio chiusura, 472 lavoratori in bilico. Ma l'azienda supera il miliardo di ricavi (+11%). Cosa sta succedendo?

Venerdì 27 Gennaio 2023 di Maurizio Crema
Safilo, impianto di Longarone a rischio chiusura e 472 lavoratori in bilico

Safilo mette a segno oltre un miliardo di vendite nette nel 2022, segna una crescita dell'11% sul 2021, ma sarebbe pronta a chiudere lo storico stabilimento di Longarone (Belluno), 472 addetti. La notizia è filtrata dal confronto tra azienda e sindacati all'unità di crisi della Regione Veneto di Mestre, convocato dall'assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan, sul rischio di «disimpegno da Longarone» da parte di Safilo.

Incontro fissato da tempo. Ma ieri la situazione è precipitata

Safilo, stabilimento a rischio chiusura

L'Ad del gruppo degli occhiali Angelo Trocchia ha spiazzato i sindacalisti presenti e l'assessore spiegando quello che poi sarebbe apparso in un comunicato allegato ai dati di bilancio 2022 della società quotata in Borsa: «In relazione all'analisi strategica in corso, vista l'evoluzione del portafoglio prodotto, il contesto economico, le dinamiche competitive nell'industry e una persistente sovraccapacità produttiva, il consiglio di amministrazione di Safilo, nel ribadire l'importanza dei siti produttivi di Santa Maria di Sala (Venezia) e Bergamo, del centro logistico di Padova, e delle capacità creative del gruppo, ha dato mandato al management di esplorare delle soluzioni alternative per lo stabilimento di Longarone (Belluno), il cui contenuto si delineerà meglio nelle prossime settimane». Insomma, lo storico stabilimento della famiglia Tabacchi passato già da tagli pesanti che oggi ha 472 addetti potrebbe chiudere. La stessa fine già fatta negli anni scorsi dalle fabbriche Safilo di Martignacco (Udine) e in Slovenia.

Oggi la crisi verrà affrontata in un'assemblea dei lavoratori bellunesi ma è già oggetto di profonda attenzione da parte della Regione. L'assessore Donazzan sta seguendo da vicino la situazione ed è pronta a convocare nei prossimi giorni un nuovo tavolo di confronto mentre a livello locale il sindaco di Longarone Padrin parla già di ricollocare gli addetti in altre realtà della provincia.

Insomma, sono già suonate le campane a morto per una fabbrica che era un fiore all'occhiello con la passata gestione e su cui si sono investiti milioni anche negli anni scorsi su input della proprietà, il fondo olandese Hal. Il nuovo piano strategico di Angelo Trocchia che verrà presentato a inizio di marzo dovrebbe definire i dettagli di quella che è una strategia d'espansione sui marchi giovani e di ristrutturazione sulle realtà industriali del Nordest con Kering che ha confermato le commesse degli occhiali griffati che andrebbero però solo a Santa Maria di Sala.

I conti di Safilo


Nel frattempo i conti sono positivi: Safilo ha chiuso il 2022 con vendite nette preliminari a quota 1.076,7 milioni, in crescita dell'11,1% a cambi correnti e del 4,2% a cambi costanti rispetto ai 969,6 milioni registrati nel 2021. Nel quarto trimestre 2022, le vendite nette preliminari sono state di 245,4 milioni, + 5,7% a cambi correnti ma in flessione dello 0,6% a cambi costanti (e questo avrebbe fatto scattare l'allarme visti i venti di recessione). L'ebitda adjusted dell'azienda (senza quindi le poste non ricorrenti) è pari a circa 101 milioni. L'indebitamento finanziario netto del gruppo è di circa 113 milioni.


Fatturato


«A contribuire alla crescita del fatturato di Safilo la performance dei marchi di proprietà, in particolare di Smith - evidenzia la nota del gruppo veneto -. In crescita a doppia cifra anche Carrera e Polaroid. Solido miglioramento anche sul fronte del business in licenza, le nuove licenze hanno efficacemente contribuito a compensare le vendite realizzate nel 2021 con i marchi cessati». L'Europa si conferma il principale motore di crescita con un + 12% a quota 424,9 milioni. Il Nord America con 497,7 milioni è flessione del 4,7%. I segnali di disimpegno da Longarone erano arrivati da tempo e si sono moltiplicati nello scorso ottobre, quando l'azienda aveva comunicato la volontà di procedere alla richiesta di nuova cassa integrazione.

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Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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