Via i soldi dalla galleria, il presidente Lanese: «I fondi di Coltrondo in Comelico, non alla val di Zoldo»

Martedì 26 Aprile 2022
Dopo il definanziamento della nuova galleria il Comelico batte i pugni

SANTO STEFANO - I cinquanta milioni di euro, finanziati a suo tempo per bucare Coltrondo ed ora destinati ad altro, non bastano nemmeno per sistemare la vecchia strada Dla Val, figurarsi condividerli con altre esigenze, come quella di ristrutturare la provinciale 251 della Val di Zoldo e Val Cellina. Sulla loro destinazione non ha dubbi il presidente dell’Unione montana del Comelico, Giancarlo Lanese, che anticipa la sua posizione pur rimanendo cauto, in attesa di approfondire tutta la vicenda venerdì. Nel corso della mattinata, a Palazzo dei Rettori, è previsto il vertice con gli amministratori comeliani, Anas e Provincia, su convocazione del prefetto, per fare il punto sull’apertura del cantiere all’interno del tunnel esistente lungo la statale 52 Carnica.

IL RUOLO DELLA POLITICA
Nel frattempo Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso-Belluno, con tono risoluto, richiama la politica ai suoi impegni e suona la sveglia. «L’ora dei tavoli, vertici ed incontri è finita – afferma –. La politica adesso decida: mai come stavolta il Bellunese è numericamente rappresentato a Roma, tra parlamentari e due ministri, uno, Federico D’Incà, residente in provincia e l’altro, Daniele Franco, di origini bellunesi e con il cordone della borsa in mano. La nostra provincia dovrebbe essere un Freccia Rossa 1000, invece si va come una littorina». Sulla situazione che si è venuta a creare, sul fronte della viabilità e sullo spacchettamento dei fondi destinati alla realizzazione del tunnel di Coltrondo, tra l’attuale galleria e l’ingresso di Santo Stefano, il presidente della Camera di commercio sostiene che «se persino il ministro D’Incà non ha informazioni, allora la confusione regna sovrana sulle opere come sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)». «La nostra provincia – continua – non ha bisogno di ulteriori ritardi. La montagna già soffre per lo spopolamento: non riusciamo a trattenere né i giovani né le imprese. La situazione è la stessa in Comelico e in Val di Zoldo». Pozza non nutre alcun dubbio sulla necessità della montagna: serve, con urgenza, un piano straordinario di rilancio e non di dividere risorse che non sono sufficienti. E come primo passo auspica che i tavoli finiscano quanto prima, in modo tale da passare dalle parole alle decisioni e, soprattutto, al piano operativo. «Alla fine di mesi di incontri siamo da capo – aggiunge –. Non possiamo più permettercelo. Questi ritardi non sono più gestibili. Il territorio ha bisogno di risposte, cioè di fatti concreti non di chiacchiere. Altrimenti restiamo in un cul de sac. Stiamo pagando il conto dei pochi investimenti fatti in precedenza. Certo che se non si riesce a raggiungere gli obiettivi in questo momento, con tutti i politici che Belluno ha a Roma, quando dovremmo farlo? Non dalla prossima legislatura, quando saremo senza rappresentanti. La Camera di commercio sta dando risposte alle imprese, altrettanto faccia la politica».

TEMPISTICHE
Infine il presidente evidenzia come i tempi di realizzazione delle opere in montagna siano diversi da quelli necessari in pianura, dove condizioni meteorologiche e morfologiche non incidono pesantemente sui cantieri, sulla loro modalità e sulla tempistica. I cinquanta milioni di euro non bastano per sistemare la vecchia strada di collegamento tra Cima Gogna e il Comelico. I prezzi delle materie prime stanno salendo in continuazione e l’onere finanziario per la messa in sicurezza è enorme.

IL COMELICO
«Mai più si prendano quei fondi per altro se non per il Comelico – afferma Giancarlo Ianese -.

Proposta che non sta in piedi economicamente, poiché essi sono insufficienti anche per noi, e poi nel merito: com’è possibile trasferire fondi destinati ad una strada statale per una che invece è provinciale, come la 251?». Il presidente dell’Unione montana comeliana assicura che il progetto del traforo di Coltrondo, però, non verrà cancellato. «Nessuno dice che non serve – chiarisce –. Semplicemente ora dobbiamo fare i conti con la priorità e questa, in questo momento, è rappresentata dalla necessità di avere un’alternativa alla galleria Comelico. Il tunnel di Coltrondo sarebbe inutile di fronte alla chiusura di quello esistente».

Ultimo aggiornamento: 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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