Civetta-Cortina-Arabba, grandi collegamenti tra vallate: «Indispensabile un maxi carosello»

Domenica 19 Febbraio 2023 di Andrea Ciprian
Funivia

BELLUNO - «I collegamenti sciistici tra le vallate vanno realizzati se si ha a cuore lo sviluppo economico dei paesi di montagna». Andy Varallo, presidente di Dolomiti Superski, non ha dubbi.

Il rifermento esplicito è sia al maxi carosello che potrebbe unire lo Ski Civetta a Cortina e ad Arabba, sia al progetto - ben più concreto dopo il recente parere favorevole espresso dalla Soprintendenza di Venezia - che sul comprensorio Tre Cime punta a connettere le piste di Padola con quelle di Sesto in Val Pusteria.

OFFERTA STIMOLANTE
Riguardo allo Ski Civetta, Varallo dice: «Si tratta di un collegamento volto innanzitutto a dare una prospettiva di stabilità e solidità a realtà turistiche dove, oggi, il settore alberghiero fa molta più fatica rispetto ad altre zone. Si tratta di guardare concretamente al futuro, a dare agli operatori turistici e soprattutto ai giovani la motivazione a continuare a popolare i paesi, ad investire nelle loro zone stimolati da un'offerta più ampia e attraente per la clientela italiana e internazionale. Il vantaggi del nuovo collegamento tra Arabba, che è nel circuito della Sellaronda, Cortina e lo Ski Civetta è evidente. Il vero nodo da risolvere è dove realizzarlo: bisognerà valutare bene la morfologia dei territori e se sarà da puntare alla sola connessione con gli impianti o anche a tracciare alcune nuove piste».

ENERGIA "PULITA"
Anche dal punto di vista ambientale, Varallo vede risvolti positivi: «Uno degli effetti che ha un collegamento sciistico tra due o più vallate è quello di ridurre il traffico sui passi e in genere sulle strade di montagna: si avvicinano le stazioni invernali ai centri cittadini. Lo Ski Civetta, ad esempio, è il comprensorio più prossimo alla pianura veneta. Con il nuovo collegamento si potrebbe partire da Alleghe o da Zoldo per sciare a Cortina, ad Arabba o nelle altri valli della Sellaronda. Ciò significa evitare un'ora, se non due, di auto. Inoltre, ricordo che gli impianti di risalita sono alimentati da energia elettrica e che il 70% delle nostre società acquista o produce energia completamente green certificata. E questo valore arriverà a livelli ancor più alti nei prossimi anni».

COMELICO-PUSTERIA
La valutazione del presidente di Dolomiti Superski sull'altro collegamento sciistico, quello tra il Comelico e la Val Pusteria, è altrettanto positivo. «Le considerazioni generali sulle opportunità per lo sviluppo turistico e sulla riduzione del traffico sono le stesse dice -. Nel caso specifico del comprensorio delle Tre Cime vedo con favore anche lo sviluppo verso la zona dello Sillian, in Austria dove, come partner, opera il miglior impiantista di quel paese in termini di solidità. Unire in un'unica area sciistica Comelico, Pusteria e Sillian è un progetto molto ambizioso che andrebbe a rendere di altissimo livello l'offerta per la clientela. Negli ultimi anni, sul comprensorio Tre Cime sono già stati spesi 100 milioni di euro e altrettanti verranno impiegati per i collegamenti con il Comelico e con l'Austria. Sarebbe il primo carosello transfrontaliero delle Dolomiti».

STAGIONE RECORD
Intanto, in attesa dei collegamenti futuri, Varallo si gode i primi dati della stagione in corso che appaiono più che lusinghieri: «Le cose stanno andando meglio di quanto pensavamo in autunno, per i grossi timori legati ai costi energetici e per i dubbi sui risvolti della guerra in Ucraina e sul calo del potere di spesa dei consumatori. Devo dire che invece registriamo un'affluenza da record, sia in termini di fatturato sia di primi ingressi (sciatori che salgono sugli impianti, ndr) che risultano essere di un 13% in più rispetto all'anno scorso e in linea con l'inverno 2019/20 che, se non si fosse arrestato a marzo per lo scoppiare della pandemia, sarebbe stato il migliore di sempre. La stagione, quindi, sta proseguendo bene se pensiamo che a novembre abbiamo dovuto prendere in considerazione la possibile chiusura, all'interno dei comprensori, di alcuni impianti e di piste a macchia di leopardo, perché non avevamo nessuna idea di dove la guerra e la galoppata dei prezzi dell'energia ci avrebbero portati».

    

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