L'ira del sindaco Gaffeo: «Farò chiudere i bar che non rispettano le norme»

Giovedì 21 Maggio 2020 di Roberta Merlin
La movida nelle piazze di Rovigo prima della pandemia

ROVIGO - «Sono pronto a chiudere i locali che non rispettano le regole». Il sindaco Edoardo Gaffeo non transige sul fronte degli assembramenti della movida e avverte gli esercenti dell’arrivo, se sarà necessario, di provvedimenti restrittivi in merito all’appuntamento con l’aperitivo serale. «Non possiamo permetterci di tornare indietro proprio ora – spiega il primo cittadino -, abbiamo raggiunto un traguardo importante, frutto di sacrifici e duro lavoro anche per i nostri medici. Ogni giorno attendiamo, con il fiato sospeso, di vedere la curava dei contagi, anche ieri in salita in alcune zone d’Italia. Non ci siamo lasciati alle spalle questa pandemia, con le aperture ci viene chiesto di comportarci in modo responsabile per gestire l’emergenza ancora in corso». 
LIBERI TUTTI
La ripartenza, anche a Rovigo, così come Padova e Treviso, ha visto però il non rispetto delle regole proprio da parte dei giovani che, la prima sera di “libera tutti”, hanno affollato alcuni locali del centro, in barba al metro di distanza interpersonale e all’uso della mascherina. 
«Diversi cittadini mi hanno inviato foto e video di quanto è accaduto lunedì davanti a qualche locale del centro – spiega Gaffeo -; ho visto assembramenti, ragazzi senza mascherina, atteggiamenti che mi hanno lasciato allibito. Senza contare le immagini della movida a Padova, scene che hanno fatto il giro dei telegiornali e che rischiano di obbligare i sindaci a ordinanze più restrittive in merito alle riaperture di alcuni esercizi».
Dopo quasi 3 mesi di lockdown, molti giovani hanno inteso la riapertura dei locali come un ritorno alla normalità e l’utilizzo dei dispositivi come regole precauzionali non necessarie. Il risultato è stato l’affollamento di bar e locali per il rito dell’aperitivo. Ma ora i sindaci, compreso, Gaffeo, minaccia il ritorno alle chiusure. Sia il Decreto Rilancio che l’ordinanza regionale dà, infatti, la facoltà ai primi cittadini di adottare provvedimenti più restrittivi in quei luoghi dove non è possibile controllare gli assembramenti. Prima però di decidere se adottare linee più severe nei confronti dei cosiddetti locali della movida, solitamente abbastanza affollati durante il consumo in piedi dell’aperitivo o dei cocktail fino a tarda sera, il sindaco del Capoluogo polesano si riserva di vedere come andrà il weekend. 
BANCO DI PROVA
Il primo fine settimana della riapertura dei locali con la possibilità dei giovani di uscire liberamente di casa è infatti atteso dall’Amministrazione, ma anche da Forze dell’Ordine e Prefettura, come banco di prova per testare il rispetto delle regole e, soprattutto, l’efficacia dell’ordinanza regionale che vieta gli assembramenti. 
Molte attività del centro, infatti, non ancora aperto i battenti ma lo faranno proprio durante il fine settimana, in occasione degli aperitivi e del dopocena. Locali abituati da anni a raggruppare centinaia di persone, anche senza l’organizzazione di specifici eventi. Insomma, luoghi di appuntamento per i giovani, non solo della città, ma anche della provincia. Come faranno dunque i proprietari dei pubblici esercizi a gestire gli assembramenti durante il weekend? Saranno costretti a mandare via i clienti per evitare pesanti sanzioni se non la chiusura temporanea del locale? 
«Capisco le difficoltà – spiega il sindaco -, ma stiamo parlando di fare sacrifici ancora tutti per qualche settimana. Siamo riusciti a riaprire gli esercizi dopo mesi di chiusura, non può però tornare subito tutto come prima. Serve ancora massima attenzione. Se qualche esercente e i clienti che li frequentano non rispetteranno le regole e la distanza di un metro, sarò costretto a prendere la decisione di chiudere i locali che trasgrediscono in attesa di avere maggiori certezze sull’andamento di questa pandemia che sta uccidendo tante persone». 
In alternativa, il sindaco potrebbe ordinare la chiusura dei locali alle 18. In questo caso, a rimetterci, sarebbero anche i pubblici esercizi che, con sacrifici, rispettano le indicazioni. «Non sto vietando l’aperitivo - conclude Gaffeo -, ma invito esercenti e clienti ad adottare comportamenti responsabili quando si esce di casa: la situazione non è la stessa di quattro mesi fa.

Doppiamo capire che non si tratta di uno scherzo, le regole non sono pensate per andare contro i locali e lo svago dei giovani. Rispettare le distanze e usare la mascherina significa salvare vite umane e tornare quanto prima alle nostre attività».

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