Acquisti responsabili e solidali online
Da Zoes a Equalway

Sabato 17 Ottobre 2009 di Vincenza de Iudicibus
Acquisti responsabili e solidali online Da Zoes a Equalway
ROMA (17 ottobre) - La rete come strumento di confronto e condivisione anche per gli acquisti. Internet ormai da tempo un punto di riferimento per i consumatori attenti al risparmio e alla qualit dei prodotti. Non si naviga solo per partecipare ad aste per aggiudicarsi oggetti strampalati, comprare sul web può avere una valenza “etica”.



I Gas. È l’ottica sposata dai gruppi d’acquisto solidali (Gas). Un fenomeno certo non nuovo ma che negli ultimi tempi, per svilupparsi, utilizza sempre più luoghi di aggregazione online. Ci si organizza con i propri colleghi di lavoro, con gli amici, con chi abita nel proprio palazzo per comperare prodotti, non solo alimentari, direttamente dai chi li produce. I Gas diffondono la filosofia dell’acquisto responsabile. Utilizzano il meccanismo della filiera corta, in cui i passaggi “dal campo alla tavola” sono ridotti al minimo. Promuovono il “chilometro zero”, ovvero l’acquisto di prodotti il più possibile locali e stagionali. Uno strumento, quest’ultimo, di lotta all’inquinamento ambientale: stando ai calcoli della Coldiretti acquistare della carne argentina comporta un dispendio di 6,7 kg di carburante e 20,8 Kg di Co2.

Su retegas.org, “aggregatore” di Gas sul quale sono oggi censiti 550 gruppi di acquisto solidali. Gruppi che “fanno rete” anche per favorire l’acquisto di grandi quantitativi di merce. Con la stessa logica sono nati altri due spazi: “Economia solidale” e “Zoes”. Attualmente, però, questi gruppi poggiano sulla propria organizzazione: devono cercare i produttori, contattarli e accordarsi su prezzi e modalità di consegna dei prodotti.



Il “social market place” Equalway. Più in là della filosofia dei Gas si spinge il “social market place”, una piazza virtuale che promuove il contatto tra produttori agricoli, allevatori e associazioni di acquirenti. E’ il caso di Equalway, il network inaugurato mercoledì a Roma, alla Città dell'Altra Economia.



L’idea è nata da un gruppo di giovani, vincitori di un bando del ministero per le Politiche Giovanili, che hanno messo in gioco le proprie conoscenze in ambito informatico ed economico per realizzare un servizio utile tanto ai produttori quanto al consumatori. Non si tratta, infatti, di una semplice banca dati, ma di un luogo in cui il produttore si racconta attraverso uno spazio gestito in autonomia. E il consumatore non si limita ad acquistare, ma commenta i prodotti, consigliandone o meno l’acquisto ad altri. «Non c’è spazio per l’inganno, che inevitabilmente diventa un boomerang per chi è interessato a vendere elitario – spiega Bruno Ventre, ideatore di Equalway – Ci si confronta come avviene in un qualsiasi social network e chi è interessato a creare un gruppo riceve istruzioni su come fare. I gruppi d’acquisto non devono essere visti come un fenomeno elitario di chi vuole differenziarsi acquistando prodotto biologici senza alcun tipo di convenienza economica. Sono invece uno strumento a disposizione chi vuole avere un maggiore potere di scegliere cosa comprare e da chi». «Un sistema che vorremmo far crescere – aggiunge Gianluca Coppeto, cofondatore del sito – portando l’idea nei luoghi di lavoro, nelle parrocchie, nei centri sociali, in qualsiasi luogo in grado di favorire l’integrazione».



Equalway, mette a disposizione del consumatore un’ampissima gamma di produttori certificati con il biologico. Il produttore che voglia inserire pochi dati essenziali può farlo in modo gratuito. Il network offre, in aggiunta, la possibilità di inserire schede prodotto, fotografie. «Non facciamo da intermediari tra gruppi e produttori, ma forniamo loro il modo di incontrarsi – continua Bruno Ventre – Si riempie il proprio carrello della spesa e il listino arriva al produttore, con il quale ci si mette d’accordo per le modalità di consegna e pagamento». Il servizio offerto, in questo caso, costa12 euro al mese o 100 l'anno.



Il “consumatore banchiere”. Un’idea che ha in sé un modo rivoluzionario di intendere il commercio. E che è tanto importante se si considera che i gruppi d’acquisto hanno la possibilità di influire in maniera determinante sulle realtà delle aziende piccole e medie. Lo sanno bene quelle che, in tempi di crisi, si sono rivolte a loro per promuovere la vendita dei propri prodotti. Come ha fatto ad esempio un’azienda della Basilicata. O un caseificio nel Bergamasco con alle spalle quasi 200 anni di storia, che consumatori diventati banchieri hanno salvato dal fallimento.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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