Solisti Veneti, Giuliano Carella raccoglie il testimone di Scimone

Mercoledì 22 Maggio 2019
LA SUCCESSIONE
Da allievo prediletto e supplente a erede del maestro, sul podio di una delle orchestre venete più acclamate nel mondo. È il legame di una vita che unisce Giuliano Carella a Claudio Scimone, scomparso il 6 settembre dello scorso anno. «Erano gli anni 70, ed è stato Claudio a formarmi più di ogni altro come musicista e a mettermi la bacchetta in mano». Ora sarà lui a dirigere i Solisti Veneti, che in questo 2019 compiono 60 anni e di cui è stato anche presidente dal 1990 a oggi. Una scelta che i vertici dell'ente padovano hanno maturato dopo mesi di riflessione ma che è apparsa, come sottolinea l'attuale presidente Vittorio Dalle Ore, «la più naturale».
IL DEBUTTO
Il debutto del neo direttore, affiancato per la direzione artistica da Clementine Hoogendoorn Scimone, sarà il 31 maggio, nella chiesa degli Eremitani a Padova, per la serata inaugurale di quel Veneto Festival intitolato a Giuseppe Tartini, cui Scimone ha dato vita ormai 49 anni fa.
Sessantratrè anni, milanese di nascita, ma veronese a tutti gli effetti, Carella vanta una carriera di livello internazionale. Diplomato in direzione d'orchestra al Conservatorio Verdi di Milano e in composizione al Pollini di Padova, è stato primo direttore ospite della Fondazione Arena di Verona dal 1998 al 2002, ha diretto le più importanti orchestre dalla Staatosper di Vienna al Teatro Bolshoi di Mosca, dalla New Israeli Opera di Tel Aviv alla Japan Opera Foundation di Tokyo. Stasera debutterà con il Faust all'Opera di Nizza. «Quest'incarico è una responsabilità ma anche un'emozione straordinaria - dice - Claudio è insostituibile e il suo lascito culturale, musicale, artistico, filosofico e umano è un patrimonio enorme. Non c'è successione ma solo il desiderio di preservare, di difendere, di continuare». Proprio «continuità e innovazione» sono le parole che Carella usa per guardare al futuro dei Solisti, «il cui repertorio barocco resterà uno degli assi portanti, anche se sarà necessario evolvere». Tra gli obiettivi valorizzare «le qualità straordinarie dei musicisti per esplorare un repertorio sempre più vasto, che richieda grande maestria strumentale». Ma anche accostare «musica colta e musica popolare per raggiungere un pubblico sempre più vasto».
Carella sarà direttore principale: i Solisti Veneti punteranno anche su direttori ospiti o suoneranno da soli, condotti dal primo violino Lucio Degani. Nel ricchissimo programma di Veneto Festival - 25 concerti tra maggio e ottobre - il 6 giugno a Venezia, alla Fondazione Cini, sarà il violinista Uto Ughi, grande amico di Scimone, a salire sul podio. Mentre il 6 settembre a Padova ci sarà il concerto clou di questa edizione 2019, interamente dedicata a Scimone, con una serata-omaggio dei suoi Solisti al fondatore, a un anno dalla morte.
Maria Grazia Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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