Monte Altare antico crocevia dei cleromanti

Domenica 24 Novembre 2019
Monte Altare antico crocevia dei cleromanti
VITTORIO VENETO
Con la sua imponente croce eretta nel 1953, il Monte Altare che domina Ceneda e il centro di Vittorio Veneto sembra voler riaffermare l'identità cristiana della nostra terra, ma in pochi sanno che da ben prima che avesse luogo l'evangelizzazione della penisola il monte era un importante luogo di culto per gli uomini e le donne che popolavano l'attuale Vittoriese. Il lavoro di ricerca sul campo svolto dal Gruppo Archeologico del Cenedese già sul finire degli anni 80 ha portato a galla le testimonianze di un culto pagano di cleromanzia che veniva praticato approssimativamente dal V secolo a.C. alla fine del IV secolo d.C., quando l'imperatore Teodosio dichiarò fuorilegge il paganesimo nell'Impero romano.
I ritrovamenti consistono in trentasei Sortes, delle placchette di bronzo recanti incisioni di numeri romani, che venivano gettate a terra e poi interpretate dal cleromante per formulare delle previsioni sul futuro. Si tratta di un culto risalente a ben prima della romanizzazione del Veneto, avvenuta solo alla metà del secondo secolo prima di Cristo, praticato non solo dai veneti antichi, ma anche dai celti che si stabilirono in queste terre dopo essere discesi dal Norico, l'attuale Austria Centrale, e con essi convivevano, come già sapevamo dalle testimonianze lasciateci dallo storico Polibio. Altre Sortes sono state trovate nei comuni limitrofi, due a Fregona e Villa di Villa, una a Castello Roganzuolo, a testimonianza della diffusione del culto.
Un gran numero di offerte votive sono state inoltre raccolte sul luogo: bronzetti paleoveneti, dracme venetiche, oboli del Norico e anche lamine in oro che testimoniano come anche i ricchi si rivolgessero alla cleromanzia per beneficiare dei suoi poteri divinatori, oltre a un gran numero di monete romane di epoca repubblicana ed imperiale.
«L'importanza del sito è stata riconosciuta già nel 2005 da un luminare della numismatica come Giovanni Gorini, sia per la quantità di reperti rinvenuti, che per l'estensione temporale che il culto ha avuto, durata quasi nove secoli - afferma Giorgio Arnosti del G.A.C. - Oltre alle Sortes, anche le monete ritrovate sono di grande importanza, in quanto hanno permesso di stabilire dei collegamenti esistenti tra i veneti e i celti del Norico. Addirittura la scoperta di un obolo massaliota, testimonia la circolazione del conio che già poteva avvenire secoli prima di Cristo tra luoghi distanti come il Veneto e la Baviera.
Il Monte Altare e il suo patrimonio storico-archeologico saranno materia di discussione nella conferenza che si terrà il prossimo 10 Gennaio alle ore 17.30 alla Biblioteca Civica di Ceneda, all'interno del ciclo di incontri del progetto Storia di Vittorio Veneto.
Carlo Macor
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