IL PERSONAGGIO
TREVISO (as) Si chiama Francesca, sogna di andare ai Giochi Olimpici

Lunedì 30 Luglio 2018
IL PERSONAGGIO TREVISO (as) Si chiama Francesca, sogna di andare ai Giochi Olimpici
IL PERSONAGGIO
TREVISO (as) Si chiama Francesca, sogna di andare ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e il suo sogno sarebbe quello di un'atleta come tante se non fosse per il suo cognome illustre: Kirwan.
LA FAMIGLIA
Francesca è infatti la primogenita di Sir John James Patrick Kirwan, leggenda del rugby, campione del mondo con i mitici All Blacks nel 1987, allenatore della Nazionale italiana e di quella giapponese, membro della International Rugby Hall of Fame. La mamma invece è la trevigianissima Fiorella Tomasi che, chi ha masticato un po' di volley negli anni 80, ricorda in divisa bianco-celeste con l'Albatros Treviso, nel campionato di serie B che allora si giocava al palazzetto Coni. E non era difficile a quel tempo vedere sugli spalti anche quello che poi sarebbe diventato suo marito. Fiorella e Jhon si conoscono, infatti, quando il campione neozelandese approda alla Benetton. Si sposano, si trasferiscono in Nuova Zelanda dove Fiorella continua a giocare a pallavolo con un'altra compagna trevigiana: la moglianese Antonella Casarin moglie di Craig Green. Francesca è la primogenita della coppia. Nasce a Auckand nel 1993, poi nascono i fratelli Niko, che quest'anno giocherà a calcio nella Reggina in serie C, e Luca ha 18 anni e fa canottaggio in Nuova Zelanda. Francesca, che è stata tesserata con la Federvolley italiana fino a 8 mesi fa, quando è arrivata, a 10 anni, a Treviso ha giocato nell'Albatros, la squadra della mamma, alla quale somiglia come una goccia d'acqua. Poi è passata nella stagione 2011/12 alla Spes Conegliano e al Domovip Porcia, con il quale ha centrato una promozione in A2 nel 2015.
IL RITORNO A CASA
Poi la decisione di tornare a casa, in Nuova Zelanda, rispondendo a una chiamata del commissario tecnico della nazionale di quel Paese.
«Sentivo il desiderio di cambiare e fare nuove esperienze racconta Francesca mentre rientra da un torneo di beach a Cervia - ma la pallavolo indoor è poco praticata in Nuova Zelanda e il livello non è alto come in Italia. Così sono passata al beach volley e da due anni e mezzo mi sto allenando seriamente».
Obiettivo?
«Le Olimpiadi. Non so se ce la farò per Tokyo o dovrò aspettare. Tutto dipende da quanti punti internazionali riusciremo a fare come coppia (gioca con Olivia MacDonald, ndr). Quando sono rientrata ho dovuto chiedere il trasferimento dalla Federazione italiana a quella neozelandese. E' arrivato 8 mesi fa. Per questo siamo venute in Italia. Abbiamo approfittato della stagione, che qui è estiva, per giocare, fare tornei ed essere pronte a rientrare in Nuova Zelanda per affrontare il campionato nazionale. Puntiamo a vincerlo e poi ad accumulare punti. Dovremo avere pazienza».
Un'estate di lavoro dunque. «In queste settimane ho un programma di allenamenti molto fitto, più la partecipazione a diversi tornei in preparazione della stagione neozelandese. Ma nel frattempo ne approfitto anche per far visita a nonni, parenti ai tanti amici e anche ai miei fornitori».
NON SOLO VOLLEY
Francesca, infatti, dopo la laurea in marketing e comunicazione insieme a papà Jhon ha messo in piedi un'azienda che importa vini e altri prodotti veneti in Nuova Zelanda con il marchio della JK14 Wines Limited di Auckland.
«Con papà abbiamo fatto questa scelta spiega Francesca - per mettere a frutto i miei studi e la necessità di fare un lavoro che mi permettesse di allenarmi tutti i giorni e anche di lavorare da qualsiasi posto mi trovassi. Al tempo stesso papà non vedeva l'ora di importare i suoi vini preferiti in Nuova Zelanda. Così abbiamo creato una nostra attività: io mi occupo di tutto: ordini, spedizioni, marketing e vendite e papà mi aiuta a promuoverla, visto che è piuttosto conosciuto. Stiamo crescendo e l'attività sta andando bene. In Nuova Zelanda apprezzano molto vini e prodotti veneti».
Ti senti più italiana o neozelandese?
«Sono cresciuta in Italia e mi sento italiana per il mio lato emotivo, la capacità di esternare i miei sentimenti. In Nuova Zelanda ai bambini insegnano ad essere forti e più riservati. Poi sto imparando ad essere neo zelandese nel senso di prendere la vita con più filosofia, senza preoccuparmi troppo. In Italia si pensa troppo. In ogni caso sono due culture stupende. Io e i miei fratelli siamo fortunati ad essere cresciuti assorbendole entrambe».
Si sta meglio in Italia o in Nuova Zelanda?
«In Italia ci sono i nonni, gli amici, i parenti. In Nuova Zelanda la famiglia e adesso anche il mio fidanzato Luca, trevigiano, che ho convinto a seguirmi e ora lavora li. Mi sento fortunata ad amare entrambi i Paesi e a sentirmi a casa sia a Treviso che a Auckland. Certo quanto torno in Nuova Zelanda mi mancano pizza, mozzarella, affettati, piazza dei Signori, i palazzi del centro storico ma poi trovo il mare, la mia famiglia, il mio lavoro». Treviso is unbelieveble, ovvero Treviso è indimenticabile si legge nel sito dell'azienda dei Kirwan.
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