Tre giorni a secco per la centrale inadeguata

Lunedì 18 Novembre 2019
L'emergenza idrica ha coinvolto la centrale di Boara Polesine poco più di un anno fa, lasciando nove comuni senza acqua potabile per oltre 48 ore. Già domenica 29 ottobre del 2018, nel tardo pomeriggio, l'innalzamento del livello dell'Adige causato dal forte maltempo che imperversava in tutto il Veneto, portò il prefetto Maddalena De Luca a decidere di chiudere precauzionalmente le scuole. La piena del fiume, attesa per le 5.30 del martedì mattina, passò senza creare disagi alla popolazione e il 31 ottobre gli studenti poterono tornare a scuola, ritrovandosi senza acqua che usciva dai rubinetti. Nella notte, infatti, verso le 2, la centrale di Boara Polesine aveva riscontrato elevata torbidità nell'acqua e presenza di metalli con valori che non riusciva a trattare in modo efficace. I tecnici di Acquevenete effettuarono una manovra di collegamento con la centrale di Vescovana per riuscire a erogare acqua almeno parzialmente, ma la misura non fu sufficiente. Alle 8.45 circa del 31 ottobre venne sospesa l'erogazione a tutti i Comuni serviti dalla centrale di Boara Polesine, per creare un accumulo che consentisse di distribuire temporaneamente acqua a pressione maggiore, per poter servire i territori più lontani e i piani superiori al primo. Alle 14.30, tuttavia, non essendo ancora terminato il lavoro per abbattere il carico di inquinanti e la torbidità portati dalla piena dell'Adige dovuti all'eccezionale maltempo, le autorità coordinate dal prefetto De Luca, decisero la riapertura dell'erogazione dell'acqua accompagnata da ordinanze di non potabilità. Per rifornire i cittadini di acqua potabile venne attivato un servizio di autobotti e fornitura di bottiglie. Acquevenete mise in campo sette autobotti, di cui tre per la città di Rovigo e il resto per gli altri otto comuni coinvolti: Arquà, Bosaro, Ceregnano, Costa, Pontecchio, San Martino, Villadose e Villamarzana. Le ordinanze vennero revocate intorno alle 15 del primo novembre, dopo la certificazione delle analisi dell'Ulss 5 che decretavano la potabilità dell'acqua.
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