Il Polesine fa troppa immondizia

Lunedì 16 Dicembre 2019
Il Polesine fa troppa immondizia
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ROVIGO Nel 2018 il Polesine ha prodotto 123.459 tonnellate di rifiuti, 523 chili per abitante. Una quantità seconda solo a quella di Venezia, dove la quota è 573 chili pro capite, anche se si tratta di una quantità influenzata dai flussi turistici. È quello che si verifica a Rosolina, che ha dinamiche fuori scala rispetto al resto del Polesine.
La provincia, pur scontando un ritardo rispetto alle realtà di eccellenza del Veneto, a sua volta eccellenza d'Italia, mostra importanti miglioramenti, come testimonia il fatto che nella quarta edizione dell'EcoForum Veneto, organizzato da Legambiente, il Comune di Rovigo, insieme a Venezia, ha ricevuto la menzione speciale impegno riciclone per le amministrazioni, in quanto «unici due capoluogo di provincia del Veneto che a fronte di un aumento della produzione di rifiuti, vedono una diminuzione della quantità di rifiuto secco non riciclato».
I NUMERI
A passare in rassegna le immondizie polesane è il Rapporto rifiuti urbani 2019 pubblicato dall'Arpav. Dei 523 chili per abitante prodotti nel 2018, 149 sono indifferenziati. In totale, sono 35.161 tonnellate. Il 16% va in discarica, il 6% prende la strada del termovalorizzatore. Il 78% è avviato al separatore di Sarzano. Secondo l'Arpav, delle 29.198 tonnellate trattate, poco più di un migliaio di tonnellate è il recupero effettivo, lo scarto che finisce in discarica è di 28.305 tonnellate. Un passaggio che come spiegato al momento della riattivazione dell'impianto di Sarzano, permette di ridurre i costi di discarica, anche se la Direzione regionale, nell'iter per la riattivazione, aveva sottolineato di non comprendere «quale necessità vi sia a trattare a Sarzano tutti i rifiuti non differenziati».
Per quanto riguarda i differenziati, che a livello di bacino si attestano al 64,5%, ma il valore è il 67,6% se si utilizza il metodo Ispra, perché il più stringente metodo di calcolo regionale conteggia al netto degli scarti i rifiuti con la presenza più significativa di frazioni estranee, la fetta maggiore, il 29%, è rappresentata dalla raccolta del verde, con 25.773 tonnellate, 109 chili per abitante, seguita dall'umido, il 22% con 19.431 tonnellate, pari a 82 chili per abitante, e da carta e cartone, il 15% con 12.891 tonnellate, ovvero 55 chili per abitante. Ai piedi del podio il multimateriale, il 12% del totale: 10.321 tonnellate, circa 44 chili a testa. Il vetro, 9%, è a quota 7.874 tonnellate, 33 chili per abitante.
I COMUNI
Guardando alle singole realtà la quota più alta di rifiuti pro capite, anche per colpa del successo delle spiagge, è Rosolina, con 837 chili per abitante, seguita un po' a sorpresa dal comune più piccolo, Calto, con 594 chili, che supera Rovigo, a 577. Ad Adria sono 518. All'estremità opposta della classifica, Canda, Loreo, Pontecchio e Frassinelle, al di sotto dei 400 chili, rispettivamente 362, 371, 384 e 394. Dal punto di vista della quantità di differenziata, in testa a tutti c'è, primato premiato e conosciuto da tempo, Pontecchio, al 79,7%, ma con il metodo regionale perché secondo il conteggio Ispra sfonderebbe anche quota 80. A seguire Bosaro col 77,2%, Gaiba 76,7%, Villamarzana 75,1%, Guarda 74,1%. Le percentuali più basse si registrano a Rosolina, 53,7%, Porto Tolle 58,1% e Loreo con il 59,3. Rovigo è fuori dal podio dei peggiori, di una piccola quota, visto che si attesta al 59,5%, comunque nel novero dei quattro Comuni che nel 2018 non hanno raggiunto la soglia del 60%, superata nel resto del Polesine.
Francesco Campi
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