Una vita lunga un secolo tra ricordi e un album di vecchie fotografie

Martedì 23 Marzo 2021
Una vita lunga un secolo tra ricordi e un album di vecchie fotografie
FONTANAFREDDA
Ottavio Pes, 100 anni oggi, era stato uno dei fondatori nel 1946 del Gruppo alpini di Vigonovo-Ranzano. Era stato arruolato nel Battaglione Tolmezzo e fece il suo giuramento nel 1941 a Tarcento. Venne mandato prima di tutto sul fronte Jugoslavo e poi in Grecia. Da lì con un po' di fortuna rientrò a Udine e con i sopravvissuti dell'8. Reggimento dal 1942 al 1943 fece parte della spedizione in Russia. Raggiunse il fronte attraverso l'Austria, poi Varsavia, per arrivare in Russia attraverso l'Ucraina fino a Izjum e poi a piedi verso Rossosch e Saprina sul Don. Dopo Nikolajewka riuscì a raggiungere Belgorod nonostante i piedi congelati e grazie all'aiuto di compagni, anche suoi compaesani come Giovanni Cimolai. Arrivò a Gomel all'ospedale n. 8 ripassando per la Polonia sino al rientro a Rimini, appunto all'ospedale militare. Poi da lì il rientro verso Udine ma, ancora zoppicante, venne mandato sul fronte orientale italiano a fermare le truppe partigiane titine. «Eravamo in Carnia e in Val Natisone, a Drenchia. Il mio comandante ricorda - era un antifascista. Il 9 settembre, dopo l'Armistizio, proprio a Drenchia fece un accordo con i partigiani titini, così dopo aver lasciato loro le armi, abbiamo fatto ritorno a casa».
LA FALEGNAMERIA
Dopo la guerra avviò una falegnameria, proprio dove oggi c'è il Municipio nuovo realizzato dopo il terremoto del 1976 e le cose cominciarono ad andare bene, allontanando il ricordo della miseria e delle ristrettezze patite negli anni precedenti quando la numerosa famiglia aveva anche perso il papà Nicolò spentosi a 62 anni, «tanto che la mamma all'epoca per poter garantire da mangiare ai figli andava a fare anche la balia in Egitto». Aveva appreso i rudimenti della lavorazione del legno dallo zio. «Avevamo il laboratorio a casa e contavamo oltre venti dipendenti. Producevamo manici per cazzuole e via via sino ai mobili». Sposato con Luigia Beduz, scomparsa circa tre anni fa, ha avuto tre figli, Nicola, Antonia e Valeria, e sei nipoti, bellissimi. Nel frattempo è diventato per ben due volte anche bisnonno grazie all'arrivo di Gioele nell'aprile del 2020 e Davide nato invece a settembre e che lo hanno e lo stanno distraendo anche in questo periodo di forzato quasi isolamento casalingo.
L'ALBUM E LE FOTO
Nell'album di famiglia realizzato dalle nipoti molte le foto che lo riportano indietro nel tempo ad alcuni momenti di quella guerra vissuta su più fronti. Le foto dei luoghi dove era passato, dalla Grecia alla Russia. «Quello della Russia è però un ricordo indelebile. Un massacro, davvero un massacro. Non eravamo preparati per quel fronte. Il freddo, la neve, la sporcizia. Di fatto non avevamo cambi, nulla, e per otto mesi abbiamo tenuto gli stessi vestiti, pieni di sporcizia e pidocchi. Una situazione, per me, davvero insostenibile. Alla fine, nonostante tutto, sono stato fortunato, merito anche di un portafortuna che mi regalarono rientrando dalla Grecia. Portò fortuna, anche se lo persi tra le nevi Russe. Ricordo anche le donne russe che ci aiutavano con un pezzo di pane. Vedevano in noi comunque i loro figli, anch'essi impegnati in guerra massacrante in condizioni proibitive».
CROCE AL MERITO DI GUERRA
Il 1. Settembre del 1967 il comandante del Distretto militare di Udine Armando d'Este gli consegnò la Croce al Merito di Guerra per la partecipazione alle operazioni di guerra. Dalla fondazione del Gruppo alpini ha sempre seguito le adunate non ne ho mancata una ed è per questo che non intende abbandonare nemmeno per un istante l'idea di poter partecipare e sfilare sul mezzo degli alpini ai prossimi appuntamenti, Rimini e Udine.
R.S.
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